Fabbricato di S. Croce 133

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Localizzazione
S. Croce; Trieste
S. Croce, 133
Comune Censuario: S. Croce; numero anagrafico: 133
Uso attuale
Luogo di culto - chiesa
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale

1896

L'antica Comunitatis Sanctae Crucis era abitata, sul finire del XIX secolo, da 1372 anime addette all'agricoltura e alla pesca. In posizione privilegiata e strategica, era la prima stazione di posta in direzione dell'Italia sull'antica Via Gemina, che da Aquileia portava verso il nord-est. Testimonianze documentarie della presenza di un luogo di culto sacro nella zona risalgono al 1260: in un documento dell'Archivio Capitolare di Trieste si evidenzia, infatti, l'esistenza della chiesa di Santa Croce de contrada Tergesti. Un'altra pergamena, risalente questa al 1316, rivela come l'allora vescovo Rodolfo Pedrazzani assegnasse al pievano e al chierico di Tomai possessioni situate nella località di Sancta Cruce. Un riferimento più preciso relativo all'esistenza di una chiesa nel paese si ritrova nello Statuto del Capitolo Cattedrale risalente al 1338. Altri documenti ci informano che, nel periodo compreso tra il 1446 e il 1470, le monache Benedettine del convento di S. Cipriano fossero entrate in possesso dell'intero villaggio. La chiesa, dedicata all'Invenzione della Croce, da cui probabilmente deriva l'intero nome dell'abitato, fu cappellania dipendente da Opicina fino al 1847, quando se ne staccò venendo promossa a parrocchia. Accanto alla chiesa, l'edificio della Canonica. Il fabbricato, in pietra bianca a vista era destinato ad ospitare l'antica scuola del paese. I primi progetti relativi al fabbricato in questione risalgono al 1820 quando si pensò di ampliare la "Casa Curatta e Scuolla unita a detta Casa situata nella Villa Territoriale di Santa Croce". E' molto probabile però che la costruzione sia di epoca anteriore. Due i livelli: al pianoterra due cantine, a quello superiore una sala destinata ad uso scolastico, una sala da pranzo e una cucina con annessa dispensa. Nel 1896 la casa subì un restauro, si approfittò dell'occasione per addossare al fabbricato una nuova canonica più consona alle sue funzioni.

Il fabbricato dell'oratorio di S. Croce si configura come un palazzetto a carattere urbano in stile eclettico di prima metà secolo XIX. La costruzione a pianta quadrangolare è stata eseguita a ridosso dell'edificio destinato a canonica, a fianco della Chiesa, nel centro storico del borgo. L'affaccio principale esposto ad est conta un'altezza massima di due livelli fuori terra e si apre sulla via principale che attraversa il paese da est ad ovest. Una porzione più elevata del fabbricato sposta l'asse compositiva del manufatto sulla sinistra del prospetto. La struttura è costituita da murature portanti in pietra calcarea, solai e strutture di copertura lignei. Distributivamente, due accessi indipendenti consentono la suddivisione in canonica e oratorio. Le scale sono del tipo ad appoggio in pietra su muratura portante.

Le facciate sono trattate ad intonaco liscio color rosa sui quattro lati. Sul fronte principale un bassissimo battipiede in pietra calcarea protegge l'attacco a terra dell'edificio da danneggiamenti accidentali. Un alto marcapiano quadro di colore uguale a quello della facciata separa le finestre del piano terra da quelle del primo piano. Il coronamento è costituito da un marcapiano quadro in pietra e una serie di fitte mensole a voluta poste a sostegno della banchina e interrotte regolarmente da fori rettangolari di aerazione del sottotetto. Sul fronte principale, tutti i fori architettonici sono archivoltati, provvisti di cornice in pietra calcara, con serramenti vetrati lignei verniciati bianchi a doppia anta a quattro specchiature con sopraluce e serramenti oscuranti esterni verniciati color testa di moro. Spiccano sull'avancorpo a tre livelli una bifora al primo piano e un foro rettangolare al piano secondo, affiancato da altri due tamponati. Sul prospetto ovest i fori architettonici rettangolari con serramenti vetrati lignei doppi, a doppia anta a sei specchiature, sono protetti da oscuranti esterni verniciati color testa di moro. Grondo e pluviali sono in metallo verniciato color testa di moro e scendono esternamente lungo le facciate laterali. Il manto di copertura è in coppi curvi rossi "uso Trieste". Internamente rifinito ad intonaco con abbassamento a smalto, presenta pavimentazioni varie dal tavolato grezzo, alle marmette di cemento e graniglia, fino alla pavimentazione in pietra calcarea bocciardata.

Compilato in data: 2007

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