Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1892
Inaugurato il 4 settembre 1892 con il Premio Trieste vinto da Gisella, l'Ippodromo di Montebello, progettato da Ruggero Berlam (1854-1920) si caratterizzava non solo per la grandezza della sua pista ellittica, ma anche per le tribune lignee ed il palco in stile liberty, sostituiti negli anni Cinquanta con più moderne strutture in muratura. La necessità di usufruire di uno specifico spazio aperto per le corse era già stata avvisata almeno una ventina di anni prima allorquando il Comune aveva concesso tanto la piana di Zaule, quanto il cortile della Caserma Grande per disputare le gare. Alla fine del XIX secolo, l'intuizione del cav. Antonio de Volpi, che aveva pensato di creare una pista trottistica ai Piani di Zaule, non aveva avuto esito felice per la sostanziale lontananza della zona con la città. Nel 1890 il "Comitato delle corse" rese possibile, grazie ad una libera raccolta di denaro ammontante a ben 150.000 fiorini, la costituzione di una specifica Società delle corse presieduta dal barone Morpurgo che fu in grado di acquistare, dalla principessa della Torre-Hohenhole Waldenburg di Duino, la collina di Montebello al prezzo di 195.000 fiorini. La zona collinare, nota per essere un posto dove tradizionalmente venivano tese le reti per la cattura degli uccelli, si prestava particolarmente bene per l'erigenda struttura. Il terreno da spianare, di circa 53.000 tese quadrate, in vendita sin dagli anni Settanta del XIX secolo, era già stato offerto al Comune che avrebbe dovuto destinare la zona a piazzale per le esercitazioni militari in previsione della chiusura della Caserma Grande, ma che non era mai stato in grado di acquistarlo per problemi di ordine economico. Nel 1914 motivi contingenti costrinsero l'Ippodromo ad una forzata chiusura. Gli stenti e le privazioni cui dovettero sottostare i triestini durante il periodo bellico indussero a trasformare la pista in terreno arabile, destinandolo alla coltivazione di rape e patate. Dopo la Redenzione, grazie all'aiuto dei genieri italiani, la struttura fu riportata ai suoi antichi splendori e riaperta nel 1922 alla presenza di Vittorio Emanuele III, della regina Elena e della principessa Jolanda. Nel 1933 non essendosi fatta avanti alcuna società per gestire le corse il Comune si fece carico del compito. Durante la seconda guerra fu usato solo per saggi ginnici e manifestazioni patriottiche. Fu riaperto alle corse nel 1939.
L'ippodromo triestino di Montebello si posiziona ai piedi del versante nord dell'omonimo colle, in una zona ad alta densità edilizia del centro urbano. La pista si sviluppa su un terrapieno racchiuso tra il Viale Ippodromo a Nord, il Piazzale De Gasperi a est, la ferrovia a sud e la Via del Veltro a ovest. Le tribune si posizionano a ridosso del colle sul lato sud del circuito; la copertura è costituita da grandi strutture organiche in calcestruzzo armato, che si protendono a formare una vela a costoloni rastremati, posta a protezione dei posti esterni a sedere e che lascia completamente libera la visuale sulla corsa. La parte basamentale delle tribune è costituita da due saloni vetrati sovrapposti ritmati sull'intera lunghezza delle tribune dalle strutture in calcestruzzo armato, che costituiscono l'appoggio della struttura protesa verso la pista, bilanciata anche sul lato verso monte da un contrappeso interrato. Lo stesso principio costruttivo è utilizzato per la realizzazione dei corpi di fabbrica minori destinati alla ristorazione e direttamente affiancati alle tribune all'estremità est, seguendo parzialmente la curvatura della pista.
La struttura è completamente trattata in clacestruzzo armato facciavista, dipinto direttamente senza intonacatura. Le superfici vetrate completamente apribili sono in alluminio satinato. Le gradonate esterne ospitano i seggiolini conformati in plastica e le scale si distribuzione alla tribuna sono rivestite in gomma antiscivolo. I parapetti sono costituiti da semplici correnti tubolari sovrapposti verniciati in color marrone. Internamente le superfici sono per lo più spoglie e lasciano leggere pienamente la struttura, che è posta a fondamento del progetto architettonico. La pavimentazione è costituita da marmette colorate di graniglia e cemento al piano terra, da piastrelle in gres porcellanato al primo piano, mentre le scale di accesso ai piani superiori della tribuna sono rivestite in marmo travertino. L'estradosso di copertura è rivestito e impermeabilizzato completamente in guaina ardesiata; l'acqua piovana viene raccolta nella concavità della vela e convogliata a terra in pluviali posti internamente alla struttura in calcestruzzo armato.
Compilato in data: 2007