fabbricato di Via Benedetto Marcello, 2-4

Berlam, Ruggero - architetto

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Localizzazione
Trieste
Via Benedetto Marcello 2; Via Benedetto Marcello 4
Comune Censuario: San Vito; numero anagrafico: 308, 307
Uso attuale
Residenziale - abitazione
Provvedimenti di tutela
DLgs n. 42/2004 di data 13/09/2007
Vincolo diretto BB AA PP
Vincoli
B_30355_ID_6180 decreto: Visualizza il PDF

1905

Nell'area residenziale del colle di San Vito, l'architetto Ruggero Berlam progetta la costruzione di un innovativo complesso immobiliare tra le vie Tigor, Giustinelli, Gaspara Stampa e Benedetto Marcello. La struttura doveva comprendere cinque ampie case d'abitazione destinate ad ospitare appartamenti in locazione. Realizzate, con ogni probabilità, all'inizi della collaborazione con il figlio Arduino, "le grandi case Haggi", dal nome dell'originario proprietario, vengono considerate da molti studiosi una delle esperienze più significative nell'ambito dell'edilizia residenziale triestina all'aprirsi del Novecento. L'immobile oggetto della presente relazione viene identificato come la prima impresa di Ruggero con Arduino Berlam. La commissione del palazzo arriva dal mercante armeno Haggi Giorgio Aydinian nel 1900; i progetti, a firma del solo Ruggero, si fanno risalire agli anni tra il 1902 ed il 1905. I due edifici, corrispondenti ai civici n 2 e 4, pur presentandosi analoghi nella struttura architettonica, si rivelano sfalsati a causa della pendenza della strada. La struttura è a cinque livelli fuori terra, con due unità abitative per piano. Nella progettazione della planimetria dei piani, viene confermata la tipologia distributiva degli spazi propria dell'architettura dell'epoca. L'immagine del prospetto principale si caratterizza per la presenza del trattamento policromo delle superfici murarie, purtroppo oggi in cattivo stato di conservazione. Al pianoterra si aprono una serie di portoni disposti in asse con i fori finestra dei piani superiori. Ad arricchire le finestre centrali sono collocate delle bifore, con colonnine dotate di capitelli decorati a motivi vegetali. A coronamento del quarto piano corre una mensola marcapiano aggettante con archetti e mensoline. Risalta la particolarità dell'edificio nel recupero del linguaggio architettonico del contemporaneo Boito, interessato alla creazione di uno stile "italiano" mantenendo nello stesso tempo il dialogo con i principi dell'idealismo tedesco.

Compilato in data: 2009

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