Oltre che fotografo e' anche e soprattutto cineoperatore e cineasta tra i piu' importanti dell'inizio del secolo.
Nato a Milano nel 1878, lavora giovanissimo come assistente nello studio di Belisario Croci, un pittore fotografo che gli insegna i rudimenti dell'arte fotografica. Messosi in proprio nel 1894, ormai sicuro di aver imparato tutto quello che c'era da imparare, realizza il suo primo servizio riprendendo il re Umberto I in visita a Como, e stampando una gigantografia di due metri e mezzo che invia poi al re, ricevendone in risposta un'ordinazione per altre cinque copie con i ringraziamenti e gli apprezzamenti di sua maesta'. E' presente a tutti gli avvenimenti storici piu' importanti dell'epoca: nel 1898 scatta, per conto del Comptoir general de Photographie, numerose foto dei moti socialisti di Milano e sulla loro repressione ad opera delle truppe del generale Bava Beccaris; nel 1907, imbarcato sul panfilo reale, documenta il viaggio del re nel Mediterraneo, il che gli frutta la nomina a fotografo della Real Casa. Nel 1908 apre in via Serbelloni il miglior teatro di posa italiano che, a partire dal 1909, assume la denominazione di Milano Film. La Comerio film dal 1910 riprende l'eruzione dell'Etna, uno dei primo documentari aerei ottenuti legando la macchina da presa all'aeroplano di Mario Caldara.
Nel 1911 partecipa allo sbarco dei marinai italiani in Tripolitania. Nel 1915 allo scoppio della guerra e'l'unico documentarista civile autorizzato ufficialmente a riprenderne le scene; nel 1920 documenta l'impresa di Fiume, suo canto del cigno. Muore il 5 luglio 1940 dopo un lungo periodo di fallimenti e rovesci finanziari.
Appena scoppiata la prima guerra mondiale, Comerio, abbandonato il suo teatro di posa, si affretta a riprendere l'inizio delle operazioni militari, sia come fotografo sia come cineoperatore. Grazie all'esperienza ed alla fama acquistate in Libia, e' l'unico civile, assieme ai suoi due aiutanti, uno dei quali restera' ucciso nel 1916 sul monte Calvario, ad essere autorizzato da un brevetto speciale del Ministero della Guerra ad effettuare riprese cinematografiche sui campi di battaglia, dando cosi' il via al primo servizio ufficiale e moderno di cronisti di guerra. Dopo la disfatta di Caporetto nel 1917 viene costituita la Sezione Cinematografica del Regio Esercito che assume il monopolio delle riprese e da cui Comerio, in quanto civile, viene escluso. Malgrado queste e' l'unico a riprendere nel 1918 l'entrata dei cavalleggeri italiani a Trento e l'attimo solenne in cui il tricolore viene innalzato sul Castello del Buonconsiglio. Tra i filmati piu' importanti ricordiamo: A tremila metri sull'Adamello, La battaglia di Gorizia, La battaglia tra Adige e Brenta. Oltre che essere degli inequivocabili documenti storici, la cui proiezione spesso e' bloccata dalla censura militare che considera troppo "realistiche" le riprese, grande importanza assumono queste pellicole solamente pensando alle grandissime difficolta' che comportava la loro realizzazione sia per motivi tecnici sia logistici, uno per tutti il fatto che le scene pericolose dovevano essere riprese ad una distanza molto inferiore a quella di sicurezza, data la limitatezza delle lunghezze focali degli obiettivi dell'epoca.
Bibliografia
Fotografia italiana dell'Ottocento : Firenze, Palazzo Pitti, ottobre-dicembre 1979, Venezia, Ala Napoleonica, gennaio-marzo 1980
Milano, Electa, c1979 Consulta OPAC
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