Architetto. Nato a Cobidil, presso San Daniele del Carso, il 29/04/1865 e morto a Gorizia 12/08/1962.
La famiglia Fabiani era per cultura e costume tedesca, ma la particolare collocazione geografica del luogo d'origine, fece sì che l'ambiente familiare fosse trilingue: italiano, tedesco e sloveno.
Conseguì la maturità scientifica a Lubiana e intraprese gli studi di architettura al Politecnico di Vienna, dove ebbe docenti di rilievo, fra cui Karl Konig, e si diplomò architetto nel 1889, discutendo una tema di urbanistica e, dopo due anni di assistentato volontario presso il politecnico di Graz, vinse la borsa di studio del premio Ghega, che segnò l'inizio di una nuova fase.
Per tre anni (1892-1894) ebbe la possibilità di viaggiare in Asia Minore e in gran parte dei paesi europei; il luogo che però lo segnò maggiormente fu l'Italia. A Vicenza, la scoperta di Palladio lo avvicinò ancora di più alla grammatica classica e alle sue regole costruttive. Si dedicò allo studio dell'architettura del Rinascimento e in particolare di Bramante e Perruzzi.
Rientrato dal viaggio nel 1894, ricevette una lettera di Otto Wagner che lo invitava ad essere fra i suoi collaboratori. Fabiani entrò a far parte dello studio viennese negli ultimi mesi del 1894 per restarvi fino al 1898. Questo fu il momento in cui Wagner, consolidato il suo successo come progettista, andava costruendosi una reputazione come maestro; in quello stesso 1894 era stato chiamato a dirigere uno dei due programmi di architettura della viennese accademia di belle arti.
L'attività progettuale di Fabiani seguì due strade: era infatti urbanista per vocazione e architetto costruttore per formazione.
Nel 1895 si avvicinò all'arte di costruire la città in occasione del piano di ricostruzione di Lubiana, gravemente colpita dal terremoto del novembre.
Fra le due guerre, i progetti urbanistici più importanti del Fabiani furono il nuovo piano regolatore generale di Gorizia (1915), la serie di programmi di ricostruzione della medesima città (1917-1922) ed il piano territoriale del bacino dell'Isonzo (1917-1922).
L'attività architettonica iniziò a Vienna, dove egli rimase sino al 1918. Mentre era ancora residente a Vienna ottenne alcuni incarichi di rilievo anche a Trieste e Gorizia; in particolare a Trieste realizzò il Centro comunitario sloveno, la casa Bartoli e la casa Stabile.
Dal 1917 accettò l'incarico di capo dell'ufficio ricostruzione a Gorizia e l'anno successivo fu anche membro del governo provvisorio Gorizia e Gradisca. Dal 1935 al 1945 fu podestà del Comune di San Daniele del Carso. E ancora segretario dell'Ordine degli Ingegneri e degli Architetti di Gorizia (1925-45) e membro della direzione nazionale degli Ordini fra il 1927 ed il 1931. Dal 1938 al 1962 fu ispettore onorario della soprintendenza ai monumenti per la provincia di Gorizia.
Furono numerose le onorificenze civili e quelle professionali, tra cui la laurea honoris causa del Presidente della Repubblica austriaca attribuita nel 1952.
Fabiani morì a Gorizia nel 1962, dove si era trasferito alla fine del primo conflitto mondiale; dal 1984 è sepolto nel cimitero della chiesetta di S. Gregorio della nativa Cobidil.