BIOGRAFIA

Alessandro Magnasco nacque a Genova ma, dopo la morte precoce del padre, si trasferì a Milano nel 1667. Fu allievo nella bottega di Filippo Abbiati, pittore milanese specializzato soprattutto nella realizzazione di grandi pale d'altare. In questo primo periodo, l'attività del Magnasco di focalizza principalmente sulla creazione di tele nelle quali sono ravvisabili dei colori lividi e dei forti contrasti cromatici. In parallelo si sviluppa anche la sua attività ritrattistica, improntata su una rappresentazione anticelebrativa dei personaggi, in contrasto con la sontuosa ritrattistica francesizzante dei pittori genovesi. Nell'ultimo decennio del Seicento, si sviluppa nel Magnasco una predilezione per la pittura di genere. Restano finora oscuri i tempi e i modi della svolta decisiva dell'artista e del suo inserimento nell'ambiente culturale della "minor pittura" con quel ruolo di "figurista" che ricoprì per tutto il corso della sua lunga attività, in collaborazione anche con vari paesaggisti. Nel 1703 è documentata la sua presenza a Firenze dove lavorò per la corte medicea. Il suo stile maturò e si modificò durante il soggiorno fiorentino: le acquisizioni dal severo linguaggio della pittura lombarda, ravvisabili nelle sue prime produzioni, vennero acquisite dal Magnasco e trasformate in un linguaggio personalissimo. Nel 1709 tornò a Milano. Lavorò per il conte Gerolamo di Colloredo, eseguendo per lui quattro grandi tele. In questi dipinti, databili agli anni 1719-1725, il linguaggio di Magnasco appare ora maturo nella scioltezza della pennellata, nell'intavolazione cromatica basata sulle tonalità del marrone e del grigio, ravvivata da tocchi di giallo, blu e bianco nelle vesti delle figure, nel rifiuto di ogni definizione disegnativa e nella drammatica frammentazione delle forme, erose dall'ombra, e nella struttura compositiva di scenografica teatralità.