Ramann, Ferdinando

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Nascita
Sebenico; 1825
Morte
Trieste; 1888/06/08
Dati anagrafici
1825-1888
Luogo e periodo di attività
Trieste, 1855-1880 ca.
Vedi anche
Nuovo studio fotografico
De Castro, Andrea <1806-1884>
De Castro, Eugenia <1839-1917>
Raman, Ferdinando

BIOGRAFIA

Nato a Sebenico (o Spalato) nel 1825, morto a Trieste l'8 giugno 1888, di religione protestante e di umile condizione sociale. Presente a Trieste nel 1850, segnalato a Lubiana nel 1853, è noto un suo ritratto maschile conservato al Museo della Tecnica di Lubiana, che viene considerato il primo dagherrotipo sloveno datato. Ha uno studio dal novembre 1855 al 1861 in Casa Costantini, Piazza San Pietro n. 593, di fronte alla Chiesa di San Pietro, inizia come dagherrotipista dedicandosi anche al commercio "di cornici, apparati e preparati fotografici". Nel 1861 pubblica su La Gazzetta del popolo un'inserzione pubblicitaria in cui afferma di trovarsi "sovraccaricato di commissioni da essergli molto difficile il soddisfarle esattamente". Il testo di un suo "Avviso" pubblicato il 21 maggio 1857 recita: "Il sottoscritto eseguisce un ritratto in Fotografia, e senza alcun ritocco, garantendone la perfetta rassomiglianza. Egli assume pure, verso modico prezzo, di ritrattare in fotografia a colori semplici, sia sopra la carta che sul vetro ed avorio; come all'acquerello e così ad olio. Dallo stesso si accettano le ordinazioni per ritratti di qualsiasi dimensione sopra biglietti di visita, medaglioni, spilloni, braccialetti, ecc. ecc. Così pure quelle di riproduzione di ritratti ed oggetti di qualunque genere. Garantendo egli il lavoro per rassomiglianza e finitezza di esecuzione, dichiara non essere tenuto il committente di pagare, qualora non si trovasse pienamente soddisfatto". Dà pure lezioni di fotografia "per quei signori che amassero apprendere l'arte sua, per diletto e farne una prova" (Il Diavoletto anno 14 n. 197, n.278; Il Pulcinella anno 1 n.13). Nel 1864 fallisce, in circostanze sospette. Un atto di polizia del 1867 attesta che il Tribunale Provinciale di Trieste, con editto 4 settembre 1864, apre un'inchiesta per accertare le cause e l'indole di quella bancarotta. Già nel 1861 certo E.W. Weintraub, forse identificabile con l'eclettico e attivissimo "chimico e fotografo, membro della Società Fotografica di Berlino", denuncia Ramann che lo ha aggredito "per titolo di lezione d'onore"; la denuncia, inerendo l'articolo 491 del C.p., il 12 settembre 1861 giunge alla i.r. Pretura penale. Di tali due procedure giudiziarie sono rimasti sconosciuti gli esiti. Dopo il fallimento del 1864, qualche anno più tardi apre un nuovo studio in via del Teatro al numero civico 584, mentre dal 1867 è in piazza Grande 4 V p. sopra il Caffè degli Specchi sino al 1877. É uno dei primi foto-pornografi di Trieste. La denuncia a firma dr. Federico Bruni e Giovanni Coen, presentata al Monsignor Vescovo di Trieste nel marzo 1867, dà i suoi frutti: il 3 aprile del 1867 il suo studio e l'attigua abitazione sono perquisiti, vengono sequestrate 1000 "fotografie scandalose" e trenta metri di relativi negativi, ne consegue una procedura alla locale i.r. Procura di Stato. Un rapporto inviato dalla Direzione di Polizia di Trieste al Tribunale Provinciale, datato 13 giugno 1867, afferma che "i mezzi di sussistenza del Ramann sono limitatissimi" e che ha intrapreso l'attività di pornografo proprio perchè l'eccessiva concorrenza dei troppo numerosi studi fotografici triestini l'avevano condannato all'indigenza. Nonostante ciò, mantiene il suo studio per quasi vent'anni, al 584 di via del Teatro. Si suppone che il suo commercio, spaziando anche in Istria e Slovenia, gli permetta una certa fortuna e di conseguenza la permanenza a palazzo Stratti. Nel 1873 viene emessa nei suoi confronti e del trafficante israelita Enrico Grego la sentenza di assoluzione. Viene assolto anche nel processo per delitto contro la pubblica moralità il 9 marzo 1878. Nonostante le testimonianze a suo favore di Eugenia De Castro, sua collaboratrice e poi moglie nello stesso anno, e di Edoardo Lindermann (entrambi fotografi coinvolti nelle sue attività) è lui il fornitore dei "viglietti" osceni sequestrati al libraio Carlo Till di Lubiana, ma dei dodici giurati solo sei lo giudicano colpevole, gli altri lo reputano innocente; data la mancanza di una maggioranza colpevolista viene di nuovo assolto. Nel il 22 giugno 1878 si sposa con Eugenia De Castro, figlia e collaboratrice nello studio del padre, Andrea De Castro.

Bibliografia

Spizzo Giovanni, Quelle vecchie foto osè. Agli albori della foto oscena da quattro soldi: storia di Ferdinando Ramann, pornografo triestino, in Il Territorio, anno XI, n. 22, 1988, p. 67-79 : ill.
Consulta OPAC BiblioEst SBN

Zannier Italo, Fotografia e Fotografi a Trieste in La Bora: Trieste ieri, oggi, domani, A. 4, n. 3 (aprile-maggio 1980), Roma, Gemini, 1977-, P. 38
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Maffioli Monica, L'Italia d'argento: 1839-1859, storia del dagherrotipo in Italia, Alinari, Firenze, 2003, P. 202
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Magris Claudio, Giuseppe Wulz: la fotografia a Trieste (1868-1918), Torino, ERI, 1984, p. 94
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Pugliese Sabina, Fotografi a Trieste: elenco dei fotografi in città dal 1839 al 1918, LuglioEditore, Trieste, 2017, pp. 44, 113, 115
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