Giambologna

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Nascita
Douai; 1529
Morte
Firenze; 1608/08/13
Dati anagrafici
1529-1608
Luogo e periodo di attività
Firenze, 1562-1608
Vedi anche
Jean de Boulogne
Giovanni Bologna
Boulogne, Jehan

BIOGRAFIA

Giambologna nacque a Douai nel 1529. Il padre voleva farlo diventare un notaio, ma il giovane si recò ad Anversa nel 1540 per imparare la scultura da Iacopo Dubroucq. Cinque anni dopo si recò a Roma dove, in un primo momento si dedicò allo studio delle sculture antiche per poi accostarsi successivamente all'opera di Michelangelo. Nel 1562 si recò a Firenze, dove fu preso al proprio servizio da Francesco De' Medici che aveva ammirato e acquistato da lui una Venere e che gli commise il gruppo, oggi perduto, di Sansone che atterra il Filisteo. Nel 1563 fu decisa da Pio III l'erezione di una fontana sulla Piazza Maggiore di Bologna basata su un disegno del pittore Tomaso Laureti, il quale aveva individuato proprio il Giambologna come ideale esecutore. La fontana bolognese è riuscita uno dei capolavori dell'arte e il capolavoro del Giambologna per lo slancio e la grandiosità impressi alla figura di Nettuno che sembra con la destra distesa quietare i flutti, per la vivacità con cui sono trattati i putti coi delfini sprizzanti acqua dalla bocca, per la pienezza delle forme delle sirene che fiancheggiano la base e gettano acqua dal petto premuto dalle loro mani: un insieme che s'impone per armonia di linee, eleganza di particolari e abilità tecnica non comune. Nel 1579 si recò a Roma per trattare l'acquisto di statue antiche da destinarsi ai giardini di Pratolino e di Boboli. Tornato a Firenze nel 1581 eseguì il gruppo delle tre età a cui venne in seguito accoppiato il Ratto delle Sabine, soggetto che trovò nel bassorilievo in bronzo della base la sua maggiore esplicazione con la complessa scena del rapimento delle fanciulle per opera dei Romani. Questo gruppo è una delle sculture più singolari di quel periodo e dello scultore. Ammirevole lo studio con cui son disposte le figure, le quali si offrono allo sguardo da qualunque parte si osservino, gradevoli e naturali; morbido e flessuoso il corpo della fanciulla fortemente sollevato dal giovane per sottrarla al padre, che sembra impotente a difendere la figlia; solida e sicura la modellazione. Negli anni successivi lavorò per alcune commissioni di fontane per il giardino di Boboli, dei monumenti equestri e anche sculture a soggetto sacro per la cappella della SS. Annunziata. Lavorò anche a piccoli bronzi trattati con semplicità ed eleganza. La sua tecnica corretta, il gusto della decorazione, lo slancio e l'eleganza dei movimenti, la raffinatezza delle forme, anche se a volte un po' superficiali, fanno del Giambologna uno dei migliori scultori del suo tempo.

Bibliografia

Avery Charles, Giambologna: la scultura, fotografie principali David Finn, Firenze, Cantini, 1987
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Giambologna: gli dei, gli eroi, a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi, Dimitris Zikos, Firenze, Giunti, 2006
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Pizzorusso Claudio, Giambologna e la scultura della Maniera: Baccio Bandinelli, Niccolò Tribolo, Bartolomeo Ammannati, Benvenuto Cellini, Pierino da Vinci, Giovan Angelo Montorsoli, Stoldo Lorenzi, Vincenzo de' Rossi, Vincenzo Danti, Pietro Francavilla, Milano, il Sole 24 ore, 2008
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Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, Istituto Giovanni Treccani, Roma, 1930
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