Lo studio fotografico diretto dalla famiglia Giacomelli, dal 1907 Reale fotografia Giacomelli, mosse i suoi primi passi, con altro nome, tra XIX e XX secolo grazie a Giacomo Giacomelli, irredentista triestino rifugiatosi a Venezia per sfuggire alle autorità di polizia asburgiche: egli infatti, dopo un periodo di apprendistato, rilevò lo studio, già avviato, di Domenico Contarini a San Moisé. Alla sua morte il figlio Pietro, nato nel 1892, ne proseguì l’attività trasformandola in una vera e propria azienda e, nel periodo tra le due guerre, con la denominazione di Reale fotografia Giacomelli assunta già nel 1907, la portò a fama internazionale. Grazie ai buoni rapporti stabiliti con la famiglia reale, di cui divenne fotografo ufficiale, e con le più influenti personalità del tempo nel campo dell’industria (il conte Giuseppe Volpi su tutti), della politica e della cultura, Pietro riuscì ad assicurarsi importantissimi servizi fotografici, in un periodo, come quello del ventennio fascista, in cui Venezia si trovò al centro di processi di trasformazioni urbanistiche ed economiche mai vissuti in precedenza. Così, facendosi anche strumento della propaganda di regime, lo studio poté documentare, ad esempio, la costruzione del nuovo Ponte degli Scalzi sul Canal Grande, quella del nuovo Ponte littorio tra Venezia e terraferma, ma anche la nascita e la formazione della nuova zona industriale di Porto Marghera e del suo quartiere urbano, le profonde trasformazioni in direzione turistico-alberghiera del Lido e, in esclusiva, le nuove importanti manifestazioni culturali della Biennale cinema e arte. Lo studio infatti riceveva regolarmente le commesse da parte di enti locali quali il Comune e la Provincia di Venezia, imprese edili come la Ferrobeton e la SACAIM, società come la Montevecchio, la SADE (poi ENEL), la Vetrocoke, ma anche dal Provveditorato al porto, dall’Azienda comunale di navigazione interna lagunare – ACNIL, dalla Compagnia italiana grandi alberghi – CIGA, dal Teatro la Fenice, dalla Biennale di Venezia ecc. Lo studio, oltre allo stabilimento di San Moisé, dove avveniva lo sviluppo, la stampa e l’archiviazione delle immagini, era dotato anche di un’agenzia fotografica che, collaborando con l’Ente nazionale per il turismo, si dedicava all’invio di stampe raffiguranti le attrazioni turistiche e le bellezze artistiche veneziane in tutto il mondo. A Roma, in via Frattinia, era stata aperta anche una sua succursale. Nel 1939 Pietro Giacomelli morì improvvisamente e l’attività, che continuò nonostante gli anni difficili della guerra, fu presa in mano dalla figlia Vera. Nel 1955 lo stabilimento si trasferì alla Frezzeria, vicino a Piazza San Marco, dove rimase fino alla chiusura definitiva avvenuta nel 2001, dopo gli anni di gestione di Gianni Giacomelli, fratello di Vera, e dei figli.