Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Diego de Henriquez nacque a Trieste il 20 febbraio 1909 da Diego de Henriquez e da Maria Micheluzzi. La carriera scolastica di Diego fu piuttosto tortuosa, divisa – anche a causa degli eventi bellici – fra istituti scolastici diversi e diverse località quali Gradisca, Graz, Venezia, Gorizia e Trieste dove, infine, frequentò all’Istituto Nautico. Fin da giovane si dedicò con passione al collezionismo ma è errato pensare che raccogliesse solamente materiale bellico: i suoi svariati interessi e la sua versatilità, infatti, fecero sì che collezionasse oggetti della natura più varia. La sua prima passione fu l’archeologia tanto che nel 1926, con alcuni amici, fondò la S.A.T. (Società Archeologica Triestina). Durante le escursioni sul Carso e in Istria – spinto da questo interesse che coltivò attivamente fino agli anni ’60 – raccolse diverso materiale archeologico, coinvolgendo, talvolta, i direttori dei musei cittadini. A diciassette anni si imbarcò come mozzo su una nave che lo condusse in India. Nel 1929 prestò il servizio militare in Fanteria. Dopo il servizio militare trovò impiego presso il Cantiere Navale di Monfalcone (C.N.T.), all’ufficio aeronautico, con la qualifica di “tracciatore”. Più tardi passò alla società di navigazione Libera Triestina che successivamente fu inglobata nella Società Adriatica di Navigazione. Il 1941 è un anno che va sicuramente ricordato in quanto segnò una svolta nella vita di Henriquez: nella primavera di quell’anno, infatti, venne richiamato alle armi e precisamente al XXV Settore di Copertura Timavo a San Pietro del Carso. Dai suoi superiori – primo fra tutti il colonnello Ottone Franchini – ottenne l’autorizzazione a recuperare preda bellica con la quale iniziò ad allestire un Museo di guerra. Contemporaneamente diede vita a un Giornale del XXV Settore, compilò una guida relativa allo stesso Settore e predispose un laboratorio fotografico. Dopo l’8 settembre 1943 – quando l’Italia si dissociò dalla Germania – egli comprese che facilmente i tedeschi – in particolare quelli dell’Heeres Museum Gruppe – avrebbero potuto mettere le mani sui materiali bellici di San Pietro del Carso. Approfittando del fatto che la località era collegata a Trieste tramite ferrovia, con diversi viaggi su rotaia, riuscì a trasportare il Museo di guerra nel capoluogo giuliano in via Besenghi 2 (presso villa Basevi) dove rimase per alcuni anni fino al trasferimento della collezione sul colle di San Vito nella zona chiamata Sanza dal nome di un fortino lì costruito nel diciassettesimo secolo con lo scopo di facilitare l’avvistamento di eventuali nemici provenienti dal mare. Diego de Henriquez fu “abile diplomatico” tanto da riuscire ad instaurare rapporti distesi con tutti gli eserciti che occuparono il nostro territorio. Durante il Governo Militare Alleato (G.M.A.), che durò fino al mese di ottobre del 1954, ottenne il rilascio di permessi speciali per poter recuperare in diversi luoghi anche beni militari e incrementare così le sue collezioni. Risulta che già nel 1947 de Henriquez avesse avuto intenzione di donare il suo patrimonio al Comune di Trieste ponendo però dei vincoli che rappresentarono un impedimento alla realizzazione della donazione. Confidando nelle promesse dei politici decise di donare le collezioni al Comune e, pensando di poter continuare ad esserne il direttore, nel 1949 si licenziò dal suo impiego. Questa decisione ebbe forti ripercussioni sulla sua esistenza e su quella dei suoi familiari: le promesse, infatti, non furono mantenute e si trovò in una situazione economica molto precaria tanto che, in più occasioni, fu costretto ad attuare la vendita di materiali ferrosi appartenenti al Museo per poter saldare i debiti che aveva contratto. Il 14 maggio 1969, con decreto prefettizio n. 1-14/15-1791, venne approvato la statuto del Consorzio con sede presso il Comune di Trieste e con Diego de Henriquez come direttore. L’intenzione era quella di creare una mostra permanente diretta dall’Henriquez con sede sul Monte Calvo presso Trebiciano dove si stavano concentrando i mezzi e l’artiglieria pesante e dove si sarebbero dovuti costruire anche dei padiglioni per il ricovero dei materiali. Temporaneamente gli venne assegnato il magazzino di via San Maurizio 13 dove lo stesso collezionista, da un certo momento, fissò la sua dimora rinunciando, tra l’altro, allo stipendio mensile per devolverlo interamente alla manutenzione delle collezioni. Il Consorzio avrebbe dovuto operare dal 1969 al 1984, ma continuò in proroga fino al 31 dicembre 1988. Il 2 maggio 1974 Diego de Henriquez morì nell’incendio scoppiato nel magazzino di via San Maurizio dove risiedeva e “le cose già di proprietà dello stesso (che costituivano la parte più consistente della “collezione” amministrata dal consorzio) divennero di proprietà degli eredi (la moglie ed i due figli)”.
Cronaca di una vita: Diego de Henriquez, testi di Antonio Sema e Antonella Furlan, Trieste, Azienda di promozione turistica, 1993
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