Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L'Aquario di Trieste è stato fondato nel 1933. Al piano inferiore sono ospitati gli acquari veri e propri, mentre al piano superiore è presente un rettilario. La fauna ospitata comprende prevalentemente animali dell'Alto Adriatico, del Friuli Venezia Giulia e regioni contermini.
L'Aquario viene inaugurato nel 1933. La struttura era molto diversa da quella odierna, vi erano meno vasche e le tecnologie erano quelle degli anni '30 ma le soluzioni ideate da Müller (allora direttore del Museo Civico di Storia Naturale) per ovviare ai problemi di riscaldamento dell'acqua durante i mesi invernali e di immissione di aria nelle vasche per garantire il ricambio di ossigeno durarono fino agli anni 60, quando vi fu una prima ristrutturazione.Alla fine degli anni '90 del secolo scorso venne eseguita una ulteriore ristrutturazione che comportò diverse modifiche agli impianti e alle vasche. Nella sala centrale fu creata una vasca appositamente studiata per i pinguini, la cui presenza in Acquario risale al 1953 quando venne portato presso la struttura il primo pinguino, chiamato Marco, che visse in cattività per ben 32 anni.Attualmente la struttura comprende due piani. Al piano terra si trovano gli acquari veri e propri, e vengono ospitati al loro interno sia pesci che invertebrati marini (granchi, astici, stelle marine e bivalvi) di provenienza per lo più nord-adriatica; mentre al primo piano è presente un rettilario con specie tipiche del Friuli Venezia Giulia e delle regioni contermini precedentemente ospitato al Museo Civico di Storia Naturale.Il rettilario, oltre alle specie tipiche dei territori che si affacciano sulla porzione più settentrionale del mar Adriatico, ospita anche alcune specie esotiche. In quest'ultimo caso è stato deciso di esporre solamente animali raccolti in Friuli Venezia Giulia e la cui presenza sul territorio regionale è dovuta al rilascio volontario da parte dei precedenti proprietari oppure alla fuga accidentale. L'esposizione di tali esemplari non vuole essere un incentivo al loro allevamento, ma uno stimolo alla sensibilizzazione dei cittadini affinche queste specie non vengano liberate in natura perché, oltre a commettere un illecito, si mettono a rischio le popolazioni naturalmente presenti sul territorio.