Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Zanutto, Mino - fotografo principale
Zanutto, Oreste
Nei primi anni del XX secolo i fratelli Lumière inventano il procedimento dell’autocromia, ottenendo il colore grazie a un mosaico di filtri costituiti da granelli di fecola di patate colorati in verde, blu-violetto e arancione. Per quanto più precise e affascinanti le autocromienon sono assolutamente in grado di competere quanto a brillantezza, trasparenza e ricchezza di toni con le lastre colorate a mano, oltre ad essere piuttosto complesse da realizzarsi. Il brevetto è depositato il 17 dicembre 1903 ma viene divulgato soprattutto a seguito della presentazione della scoperta presso l’Accademia delle Scienze, il 30 maggio 1904. A partire dal 1907, anno di commercializzazione dell’autocromia, il procedimento si diffonde in Francia e all’estero. In Fototeca si conservano rari esemplari di autocromia realizzati dal fotografo Mino Zanutto: si tratta di tre ritratti del figlio Oreste, scattati nell’ottobre 1907 e donati il 31 ottobre 1957 all’archivio grazie al lascito del protagonista ritratto, anch’esso fotografo. Zanutto utilizza la tecnica anche nelle lastre stereoscopiche che hanno un grande successo perché uniscono la percezione visiva della profondità al colore. Testo tratto dal catalogo della mostra "Dietro le quinte di Palazzo Gopcevich".