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Gino Bechi

Foto de Rota - studio fotografico

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Oggetto
Negativo
Inventario
RO002773
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte; Archivio storico Foto de Rota
Acquisizione
Detenzione Ente pubblico territoriale; Fondazione CRTrieste; deposito; 2007/00/00
Cronologia
1950/00/00-1952/00/00; Trieste; Italia
Dimensioni
formato 6 x 9; cm
Materia e tecnica
pellicola / Gelatina ai sali d'argento

Trieste - Teatro Verdi

Bechi, Gino

Si avvicinò alla musica a diciassette anni con i maestri Frazzi e De Giorgi, debuttando nel 1936 a Empoli come Germont ne La traviata. Ben presto divenne uno dei più importanti cantanti lirici italiani, venendo chiamato, tra gli altri, al Teatro alla Scala, all'Opera di Roma, a Lisbona e nei maggiori teatri del Sudamerica. Nel 1950, in seguito alla rappresentazione di Falstaff al Covent Garden di Londra con i complessi della Scala, la critica non ebbe per lui parole di elogio, probabilmente anche per una certa nota "allergia" dei critici inglesi alle voci molto timbrate di scuola italiana, che oltretutto una discutibile tradizione vorrebbe estranee all'ultimo personaggio verdiano. Nel 1958 ritornò a Londra, al Drury Lane, in Guglielmo Tell, questa volta con grande successo. Si ritirò dalle scene nel 1965. Negli anni successivi gestì una scuola di perfezionamento per giovani cantanti lirici a Firenze. Fu presidente a Siena del concorso internazionale di canto intitolato a Ettore Bastianini. Dotato di voce di grande ampiezza, estesa e di pregevole timbro, sono rimaste memorabili alcune interpretazioni in opere verdiane, quali Otello, Rigoletto, Nabucco, tali da renderlo uno dei più famosi cantanti lirici tra gli anni quaranta e cinquanta. Formò con Maria Caniglia e Beniamino Gigli un trio di artisti la cui fama travalicò l'ambito del pubblico d'opera (furono soprannominati scherzosamente "il Trio Lescano della lirica"). Venne scritturato più volte in film di carattere musicale, sia basati su opere liriche che non, e la sua popolarità presso il grande pubblico rimane particolarmente legata alla canzone di Cesare Andrea Bixio La strada del bosco, colonna sonora del film Fuga a due voci, divenuta un suo cavallo di battaglia. È sepolto nel Cimitero Monumentale della Misericordia dell'Antella di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze. Tratto da Wikipedia

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