Salvatore Segre Sartorio

Gatti, Aristide - fotografo principale ; Anonimo - copia

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Oggetto
Positivo
Inventario
CMTF000804A
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”
Acquisizione
Proprietà Ente pubblico territoriale; Civici musei di storia ed arte
Cronologia
ca. 1925; Roma
Dimensioni
formato Gabinetto; altezza 240; larghezza 175; mm
Materia e tecnica
carta / Gelatina ai sali d'argento

Segre Sartorio, Salvatore

Riproduzione fotografica di una fotografia di A. Gatti. Salvatore Segrè Sartorio, di famiglia ebraica triestina, convertito al cattolicesimo nel 1902, è stato uno dei maggiori esponenti della comunità israelitica giuliana. Cresciuto sotto l'Impero austro-ungarico fin dagli anni della giovinezza è un convinto sostenitore dell'italianità di Trieste. Ha presieduto la Commissione Centrale di patronato fra fuoriusciti adriatici e trentini ed è stato Alto commissario per i profughi di guerra. Come molti ebrei italiani aderisce al fascismo fin dal 1919. Per molti anni è stato un dirigente d'azienda; consigliere del Credito Italiano, del Lloyd triestino e della RAS, presidente della Società elettrica della Venezia Giulia, vicepresidente della Società cotonifici della Venezia Giulia. Alla promulgazione delle leggi razziali, che Mussolini annuncia per la prima volta a Trieste in sua presenza, viene colpito dalla discriminazione in quanto figlio di genitori ebrei, e nonostante si prodighi da subito, non riesce ad ottenere la qualifica di ebreo arianizzato fino alla caduta del regime, per cui viene sospeso dall'attività del senato, dove siede dal 1924 anche per volontà del Duce.

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