Gemma Cuniberti

Marcozzi, Carlo - fotografo principale

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Oggetto
Positivo
Inventario
CMTF000385
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”; Raccolta storico-musicale Schmidl
Acquisizione
Proprietà Ente pubblico territoriale; Civico museo teatrale
Cronologia
1880 ca.; Milano; Italia
Dimensioni
formato Album; altezza 165; larghezza 110; mm
Materia e tecnica
carta / Albumina

Cuniberti, Gemma

Nacque a Torino il 1 gennaio 1872 da una famiglia di modesti attori del teatro dialettale piemontese. Il padre Teodoro (nato a Savigliano nel 1849, morto a Torino nel 1913) fu capocomico al teatro Rossini di Torino e, dopo il 1875, tentò di portare fuori dalla città il suo repertorio, fondando la Compagnia piemontese "Teodoro Cuniberti" e recitando, con la moglie Amalia Fantini nel ruolo di prima donna, e con altri più oscuri interpreti , in Piemonte e in Lombardia. La precaria situazione della compagnia spinse Teodoro ad inserire nella formazione la C. che, a soli sei anni, sembrava possedere un talento eccezionale. Il debutto al teatro Commenda di Milano nel 1878 superò le migliori aspettative paterne e la C. si impose al pubblico e alla critica come il fenomeno teatrale più interessante del periodo, con le sue doti artistiche ma anche con il fascino del "bambino prodigio". Nella situazione di crisi del teatro italiano - tra decadenza della commedia borghese e tramonto di una generazione di grandi attori - la C. seppe portare una ventata di novità che riconciliava gli spettatori con un teatro patetico e sentimentale, senza metterne in discussione gli stereotipi. La sua abilità interpretativa, il suo intuito scenico vennero in qualche modo usati dai drammaturghi "alla moda" che scrissero per la piccola attrice commedie d'occasione, dolciastre e retoriche, ricolme di lacrime e buoni sentimenti. Nonostante coinvolgesse i migliori nomi del teatro italiano il livello di questo repertorio era più che mediocre. Il successo fu comunque strepitoso in tutti i maggiori teatri italiani e provocò un interesse e una emulazione senza precedenti. Con il soprannome di "Piccola Ristori" la C. continuò a mietere successi per oltre quattro anni ma già nel 1881 lo Schmitz nota un affievolirsi nell'interesse del pubblico dovuto anche, in parte, alle precarie condizioni di salute della Cuniberti. Al ritorno da un trionfale viaggio in America, nella primavera-estate del 1881, la C. abbandonò gradualmente le scene per dedicarsi agli studi classici e in seguito scrivendo commedie dialettali.

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