Adelaide Tessero

Sebastianutti, Guglielmo

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Oggetto
Positivo
Inventario
CMTF000422
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”
Acquisizione
Proprietà Ente pubblico territoriale; Civico museo teatrale
Cronologia
1879 ante ; Trieste; Italia
Dimensioni
formato Superalbum; altezza 170; larghezza 110; mm
Materia e tecnica
carta / Albumina

Tessero, Adelaide

Artista drammatica, nata a Torino (secondo altri a Firenze) l'8 dicembre 1842, morta il 24 gennaio 1892. Fu l'attrice più completa della triade Marini, Pezzana, Tessero che dominò le scene italiane dal 1860 al 1880. Esordì bambina: nel 1855 riportò il suo primo grande successo nella Giovannina dai bei cavalli al teatro Re di Milano, e nel 1860 si fece applaudire, vicino ad Adelaide Ristori, a Parigi, nella Medea di Legouvé, poi con Gustavo Modena nel Luigi XI di Delavigne. Amorosa nella compagnia Toselli, seguì poi la zia, Adelaide Ristori, attorno al mondo, facendosi notare dal pubblico e dai giornali. Rientrata in Italia, tornò con Toselli - che aveva formato la compagnia Piemontese - come prima donna e in Cichina 'd Moncalé (adattamento piemontese di Francesca da Rimini) riportò un vero trionfo. Richiamata dalla Ristori, spiegò, con vivo successo, le sue belle qualità di artista; poi, rientrata nella compagnia Toselli, interpretò le commedie di L. Pietracqua: Gigin a bala nen, Sablin a bala, Margritin dle violette (adattamento della Signora dalle Camelie) suscitando vero entusiasmo. Il Pietracqua ha descritto la sua mirabile interprete dicendola di figura slanciata, di naturale eleganza, di sguardo profondo ed espressivo. Il successo in Le sponde del Po l'affermò originale, semplice, poetica. Il Bonazzi - il grande amico di Gustavo Modena - vide come il Modena, nella T., l'artista d'eccezione e la scritturò come prim'attrice. Il Morelli se l'assicurò poi per tre anni. Il matrimonio con G. Guidone l'allontanò per due anni dalle scene; ma il Bellotti-Bon la richiamò a far parte della sua compagnia: e nel 1873 in Marcellina di Marenco assurse a celebrità. Tornò in seguito col Morelli, ora scritturata e ora socia; e più tardi formò e condusse una propria compagnia con varia fortuna. Lo squisito temperamento d'artista la rendeva disadatta alla speculazione e la rivelò invece grande direttrice. Passò trionfalmente per le maggiori città d'Italia, d'Europa e d'America. In America, durante il viaggio dal Brasile al Messico, rimase immobilizzata a Panamá per 15 giorni. Gl'Italiani impiegati nei lavori del Canale, le improvvisarono un palcoscenico ed essa vi recitò per varie sere suscitando tra connazionali e stranieri vivissima ammirazione. Tornata in patria, trascorse alcuni anni d'intensa attività che continuò fino a quando glielo permise la grave malattia che la condusse a morte.

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