Nyers (calciatore ?) - telefoto a "La Gazzetta dello Sport"

Foto Omnia di Ugo Borsatti

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Oggetto
Negativo
Inventario
UBNP000409
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte; Archivio storico Foto Omnia di Ugo Borsatti
Acquisizione
Detenzione Ente pubblico territoriale; Fondazione CRTrieste; deposito; 2007/00/00
Cronologia
1953/07/28; Trieste; Italia
Dimensioni
formato 35; mm
Materia e tecnica
pellicola / Gelatina ai sali d'argento

Nyers, Istvan

Orient Express

István Nyers - chiamato anche Stefano o Etienne - (Merlebach, 25 marzo 1924 - Subotica, 9 marzo 2005) è stato un calciatore ungherese, che ha giocato nel ruolo di attaccante. Dotato di uno scatto in progressione inarrestabile, calciava con entrambi i piedi, riuscendo molto spesso a segnare./pSi poteva definire un apolide dato che la sua famiglia era originaria di Ózd (nordest dell'Ungheria), ma lui era nato in Francia dove suo padre lavorava come minatore. Tuttavia, Nyers visse fin da piccolo a Budapest, dove giocò come professionista nell'éjpest. In seguito, fece vita da giramondo trasferendosi al Viktoria Zizkov, squadra cecoslovacca, e in Francia nello Stade Français, fino a quando non fu scoperto da Giulio Cappelli, che lo portò all'Inter. Tra il 1948 e il 1954 vinse due scudetti, giocando 182 partite e segnando 133 reti, e vincendo la classifica cannonieri nel 1948-49. Centravanti brevilineo e potente, era famoso per il suo tiro esplosivo e per le sue rimesse laterali di 40 metri. A inizio della stagione 1952-1953 Nyers venne escluso dalla rosa per aver richiesto un aumento di stipendio, ma alla vigilia della partita contro il Milan il presidente Masseroni, pur di farlo giocare, cedette alle sue richieste, e Nyers segnò gli unici tre gol dell'incontro./pLasciata l'Inter, giocò per la Roma, il Barcellona (anche se non disputò partite ufficiali), il Sabadell, il Lecco e il Marzotto Valdagno (1961, in Serie B). Ritiratosi dalla carriera, visse per lungo tempo a Bologna. È morto a Subotica (Serbia), povero e malato, lontano dalla fama che lo aveva accompagnato.

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