Primo Carnera (pugile Campione del Mondo) a Trieste

Foto Omnia di Ugo Borsatti

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Oggetto
Negativo
Inventario
UBNP000489
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte; Archivio storico Foto Omnia di Ugo Borsatti
Acquisizione
Detenzione Ente pubblico territoriale; Fondazione CRTrieste; deposito; 2007/00/00
Cronologia
1953/10/08; Trieste; Italia
Dimensioni
formato 6 x 6; cm
Materia e tecnica
pellicola / Gelatina ai sali d'argento

Carnera, Primo

Nato a Sequals, il paesino a quaranta chilometri da Udine, il 25 ottobre del 1906, Primo Carnera, il "gigante dai piedi d'argilla", come venne battezzato a causa della sua triste parabola discendente, Carnera è un personaggio estremamente importante nella storia dello sport nostrano. E' stato infatti il primo pugile italiano a conquistare il titolo mondiale dei massimi. Le tappe della sua faticosa carriera si aprono con il dramma di Ernie Schaaf, morto dopo il match il 10 febbraio del 1933; seguono la sfida con Uzcudum a Roma (1933) nel momento di massimo trionfo del fascismo, per concludersi con l'exploit della sua vita, il successo per K.O. a New York su Jack Sharkey in sei riprese. Era il 26 giugno 1933 e Carnera diventava campione del mondo dei pesi massimi di pugilato; ed era dal 1914 che un incontro valido per il mondiale dei massimi non si disputava in Europa. La propaganda mussoliniana lo trasformò in un grande evento di regime, con il Duce in tribuna e Piazza di Siena, il salotto dell'equitazione, trasformata in una grande arena, gremita da settantamila persone molte delle quali affluite fin dal mattino. All'apice della sua carriera, Carnera, "l'uomo più forte del mondo", presta il volto anche a diverse pubblicità: il Punt e mes, gli elettrodomestici Zanussi, la Necchi. Nonostante la fama, tuttavia, non perde mai la sua disarmante spontaneità. Si profila all'orizzonte il triste declino. Perde in maniera rovinosa contro Max Baer, nonostante nel 1937 una sconfitta per KO a Budapest contro il rumeno Joseph Zupan venne trasformata dai giornali italiani in brillante vittoria. Carnera era un mito che non si poteva intaccare, un eroe da lustrare a maggiore gloria dell'Italia. Nella sua storia il gigante buono è stato infatti anche eroe dei fumetti e interprete di una ventina di pellicole cinematografiche tra cui "L'idolo delle donne" (1933) con Myrna Loy, Jack Dempsey e lo stesso Max Baer e "La corona di ferro" (1941), con Gino Cervi, Massimo Girotti, Luisa Ferida, Osvaldo Valenti e Paolo Stoppa. Nel 1956, il film "Il colosso d'argilla" con Humphrey Bogart, liberamente ispirato alla carriera del Carnera pugile, gettò pesanti ombre di discredito sui suoi incontri, ipotizzando ogni genere di combine dietro le quinte dei suoi match. Un'accusa che Primo Carnera ha sempre respinto fino al giorno della sua morte, avvenuta a Sequals, in Friuli, il 29 giugno del 1967. Il pugile viene immortalato a Trieste con la moglie Pina e l'amico Duilio De Franceschi, commerciante triestino trasferitosi a Johannesburg. Carnera si reca alla filiale della Fiat di Via Marconi intenzionato ad acquistare una 1400.

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