Domenico Rossetti

Anonimo - fotografo principale ; Armani, Franco - pittore

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Oggetto
Positivo
Inventario
CMTF000808
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”
Acquisizione
Proprietà Ente pubblico territoriale; Civici musei di storia ed arte
Cronologia
1920-1950; Trieste; Italia
Dimensioni
altezza 240; larghezza 180; mm
Materia e tecnica
carta / Gelatina ai sali d'argento

Rossetti, Domenico

Fotografia del dipinto, del 1893, di Franco Armani. inv. CMSA 13/2886 SART QUAD GR 53A. Il Conte Domenico Rossetti de Scander fu un avvocato, un uomo politico, un mecenate ed un erudito di formazione classicista. Nel 1880 si laurea in giurisprudenza, nel 1802 fu assunto al Comune, nel 1818 Procuratore civico, fonda il Gabinetto di Minerva nel 1810, l'Archeografo Triestino nel 1829 . La citta' gli eresse un monumento nella via ora Giulia, davanti l'ingresso del giardino pubblico, ancora esistente e gli intitolo' una importante via che passava sul suo terreno e il Teatro Politeama. Domenico Rossetti donò alla città di Trieste, nel 1842, la collezione di libri antichi, manoscritti miniati, stampe ed opere d'arte, e documenti del vescovo di Trieste (poi Papa, con l'appellativo di Pio II) Enea Silvio Piccolomini. Rossetti si prodigò per innalzare un monumento alla memoria di Winkelmann, ucciso a Trieste all'interno della Locanda Grande. Diede incarico, quindi allo scultore bassanese Antonio Bosa e il suo maestro Antonio Canova di realizzare l'opera che fu collocata nel 1833 nel cimitero della Cattedrale di Trieste, oggi Lapidario. Nelle intenzioni di Rossetti, il monumento a Winkelmann avrebbe dovuto essere il nucleo di un futuro Museo. Nel 1808 Rossetti fece sistemare, contribuendo anche finanziariamente, del "passeggio" nella zona dell'acquedotto teresiano (fatto costruire da Maria Teresa, inaugurato nel 1749).

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