Prof. Carravetta

Foto Omnia di Ugo Borsatti

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Oggetto
Negativo
Inventario
UBNP011683
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte; Archivio storico Foto Omnia di Ugo Borsatti
Acquisizione
Detenzione Ente pubblico territoriale; Fondazione CRTrieste; deposito; 2007/00/00
Cronologia
1962/05/29; Trieste; Italia
Dimensioni
formato 35; mm
Materia e tecnica
pellicola / Gelatina ai sali d'argento

Carravetta, Mario

Nato a Portici il 12.10.1896 e iscritto all'Università di Napoli nel 1913, ha diviso la sua vita studentesca tra i libri e le armi: richiamato nel novembre del 1915, quando era allievo interno all'Istituto di Fisiologia, partiva volontario nei Reparti d'Assalto nel 1918 e si guadagnava sul campo, nel luglio dello stesso anno, la Medaglia d'Argento al valor militare. In Francia e in Dalmazia, viene decorato ancora con la Croce di Guerra, ciononostante, consegue puntuale la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1919, con110 e lode. Assistente in patologia e chirurgia nel 1922, ottiene nel '27 a soli 31 anni, la libera docenza in patologia speciale chirurgica. Sempre a Napoli, a 35 anni, ha l'incarico ufficiale dell'insegnamento di patologia chirurgica e, dopo il conseguimento della libera docenza in clinica chirurgica, nel 1932 continua l'insegnamento nelle due materie. Passa quindi in semeiotica chirurgica a Bologna. Nel 1934, in seguito a pubblico concorso per il primariato chirurgico dell'Ospedale Maggiore di Bologna, viene nominato chirurgo primario dell'Ospedale stesso. E' costretto, però, a rinunciare per motivi ideologici connessi alla situazione del momento. Gli viene quindi offerto il posto di primario chirurgo e direttore dell'Ospedale Civile di Conselve (Padova), dove rimane, aumentando l'attrezzatura tecnica e l'efficienza numerica dell'Ospedale stesso, sino al 1938. Nello stesso anno vince il concorso all'Ospedale di Pola e ne assume direzione e primariato di chlrurgia. Richiamato, indossa ancora una volta la divisa militare nel 1940, quale direttore del 41" Nucleo Chirurgico. Rientra a Pola nel 1941 per rimanervi sino al 15 settembre 1947, data dell'evacuazione della città, che abbandona per ultimo tra gli italiani. Nel 1948, dopo quattordici anni di carriera universitaria e tredici di primariato e direzione ospedaliera, con sessantacinque pubblicazioni scientifiche e una statistica operatoria di ventitremila interventi di ogni specie, assume, per concorso nazionale, la direzione della Divisione Chirurgica dell'Ospedale di Trieste. Superate con disinvolta superiorità le prime difficoltà ambientali, in parte forse anche derivanti dalla non facile successione al professor Oliani, particolarmente caro ai triestini, si impone immediatamente. Uomo nuovo, sempre pronto a rinnovarsi ancora e continuare, dotato di una singolare apertura mentale perfettamente sincronizzata alle non comuni possibilità tecniche, si è cimentato spaziando nei campi più diversi in interventi, definiti dalle voci più autorevoli, di alta chirurgia. Assolutamente privo di preconcetti, senza pregiudizi, ignaro dei tradizionalismi conformistici, ricercava metodi, tecniche diverse per soffermarsi e mantenere soltanto quelle, personalmente e in base ai risultati, constatate migliori; con la libertà e il coraggio solamente di una schietta consapevolezza del proprio valore e dell'onestà degli intenti, affrontava con eccezionale eclettismo 'le situazioni più disparate e più azzardate. La sua casistica operatoria di 34.084 interventi, eseguiti in ambito ospedaliero, è impressionante: è una chirurgia di avanguardia, molteplice, affidata più all'opera umana che al corredo strumentale. Il successo gli arride in ogni campo; nessun settore gli è escluso: dalla chirurgia toracica a quella addominale, ginecologica, traumatologica, ortopedia. La scuola di anestesia deve il suo nascere a Carravetta, che l'ha creata e preparata sin dal 1949. Così, le prime sistemazioni del centro di cardiologia, la costruzione delle nuove sale operatorie, tuttora efficienti, attuata con l'appoggio della Missione Americana, la strumentazione, anche con modifiche personali, come ad esempio la pinza per anastomosi porta-cava modello Dogliotti, modificata da Carravetta, l'impulso dato alla Scuola Medica Ospedaliera e alla chirurgia sperimentale in tema di ipotermia e di circolazione extracorporea ed altro ancora. Né sono mancati i riconoscimenti onorifici: nel 1964-65 è vicepresidente dell'associazione nazionale chirurghi ospedalieri; nel 1967 è l'unico ospedaliero chiamato in commissione di docenza in clinica chirurgica. Nell'ottobre dello stesso anno gli viene conferita dal Ministero della Sanità la Medaglia d'Oro «al merito della sanità pubblica». Quando il 17 luglio 1968, dopo vent'anni di attività incessante ed instancabile, esce per sempre dal suo Ospedale, lascia alle spalle un mondo costruito da lui e, nel ricordo di tante vite salvate, la più tacita ma altrettanto eloquente lezione di vita. Continuerà a lavorare sino a poco prima della morte. Il prof. Carraretta era sposato con la figlia del violinista Busoni. Tratto dall'Arena di Pola del 16/09/1975

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