Signora del cane (Ritorno dalle corse)

De Nittis, Giuseppe

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV000375
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna ; REV
Acquisizione
acquisto; XI Biennale di Venezia; 1914
Cronologia
1878
Dimensioni
cm; altezza 150; larghezza 90
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

L'opera fu tra i dipinti che segnalarono De Nittis all'Esposizione Universale di Parigi nel 1878, dove fu esposto con il titolo "Ritorno dalle corse". Successivamente venne presentato a Torino, all'Esposizione Nazionale del 1880 dove fu notato da Camillo Boito, che la recensì nelle pagine della "Nuova Antologia" con le seguenti parole: "Che sentimento, che finezza (è una gran parola!) che profondità d'imitazione! Eccoci un artista il quale in Francia, niente meno! onora il nome d'Italia. Chi non ha udito parlare del "Ritorno dalle corse" del Bois de Boulogne? E' una signora vestita di nero, col velo nero che le scende quasi alla bocca. Tiene al collare un grosso cane, e nell'altra mano uno scudiscio. Lontano, piccoli, piccoli, dei ragazzi, delle donne, dei cocchi, e Parigi immersa in un'ombra grave, sotto a un cielo di tramonto, tutto a guizzi di fiamme. Una sola figura grande, anzi tre quarti di figura, poi una grande superficie di terreno solitario e monotono, brulichio di persone minime: ecco il ritorno dalle corse, che l'Achard chiamava: les saturnales du printemps. Quelle corse dove l'amour des toilettese neuves trouve une complete satisfaction, vedetele figurate in una donna velata e bruna, sola con il suo canone. Si posson pensar molte cose: si può correre dietro alla persona snella, così bizzarra e raccolta e seducente com'è seducente il mistero e difesa dalla bestia enorme, che le sue mani delicate hanno saputo domare; si può leggerle sulle labbra, negli occhi, Dio sa quali intimi arcani.... tanto che se il De Nittis non fosse celebre per diversi motivi, pochi si tratterrebbero in cosi fatte contemplazioni." (Boito 1880, pp.750-752) Le parole di Boito attestano la notorietà e la "fama parigina", conquistata da De Nittis attraverso il suo soggiorno nella capitale francese e suggellano il carattere superficiale, mondano, attribuito a certe sue rappresentazioni. Un orientamento critico che aiuta a comprendere, almeno parzialmente, le ragioni del silenzio, dell' assenza di rassegne significative, anche postume, che segnalassero in Italia l'attività del pittore, ormai considerato "pittore francese". Bisognerà attendere, infatti, la mostra individuale dedicatagli dalla Biennale del 1914, realizzata grazie all'interessamento di Vittorio Pica, all'indomani della donazione delle opere del lascito De Nittis al Comune di Barletta, donate dalla moglie Lèontine e contestualmente all'uscita del volume monografico curato dallo stesso Pica, Giuseppe De Nittis. L'uomo e l'artista, (edito da Alfieri Lacroix, a Milano nel 1914). La mostra e la monografia furono i primi tentativi, in area italiana, di ordinare criticamente l'attività del pittore pugliese. Un progetto che Pica accarezzava da tempo, e che aveva già tentato di porre in atto, una decina di anni prima, nel 1901, nel corso della IV Biennale, allorchè nella sala Z, dedicata alla pittura napoletana, figurarono esposte due opere di De Nittis, "La signora con il cane" (n.37) (già "Ritorno dalle corse") e "Sotto il paralume" (n.38) (cfr. Pica 1901, pp.191-2), precedute in catalogo da un succinto profilo biografico. In quell'occasione, le recensioni sulla sala napoletana segnalarono un vivo interesse per le tele di De Nittis e in particolare Giovanni Cena, sottolineò i pregi artistici della dame au chien (il titolo in catalogo era in francese, per ribadire la naturalizzazione francese del pittore ormai considerato non più italiano) auspicando quanto prima la realizzazione di una mostra retrospettiva del pittore. Nel 1914, in seguito ad un paziente lavoro di reperimento da parte di Pica, delle opere di De Nittis, sparse nelle collezioni private oltre che presso la vedova, ed inseguito alla infruttuosa ricerca delle tele eseguite durante i soggiorni inglesi, irrintracciabili, ma fino all'ultimo, ritenute indispensabili per fornire un profilo completo dell'attività dell'artista,venne aperta la rassegna veneziana. (cfr. Dini- Marini 1990, p.210) Tuttavia, nonostante lo studio approfondito del movimento impressionista (cfr.V.Pica, Gli Impressionisti francesi, Istituto italiano d'arti grafiche, Bergamo 1908) Pica non chiarì il rapporto di De Nittis con la scuola francese, e si mantenne su posizioni caute, che testimoniavano, semmai il suo interesse per la ricostruzione delle vicende biografiche, per la ricerca di opere rappresentative e per la loro sistemazione cronologica piuttosto che per il profilo critico dell'autore. Infatti, pur confermando posizioni precedenti che avevano letto nella mancanza di una cultura classica in De Nittis, una qualità che lo aveva preservato da pericolose deviazioni romantiche e che lo aveva spinto a dedicarsi alla pratica del vero all'aria aperta, all'osservazione della luce e del movimento, al pari dei pittori impressionisti, Pica non si sbilancia e colloca il pittore pugliese in una posizione individuale, parallela alle esperienze francesi, ma sostanzialmente originale. (Dini- Marini 1990, p. 219) Anche Arduino Colasanti, nelle pagine della rivista "Emporium", che recensivano l'esposizione del 1914, rileva delle affinità di De Nittis con il movimento francese, affinità che riguardavano soprattutto l'identità di soggetti ma allo stesso tempo poneva l'accento sulle differenze, sul "profondo senso del volume (di De Nittis) che concepiva il soggetto rappresentato anche come risultanza plastica fra la forma e il suo ambiente" (A.Colasanti, Esposizioni italiane: la mostra internazionale d'arte a Venezia, II, in "Emporium", vol .XL, n.235, luglio 1914, p. 208). "Ritorno dalle corse" va posto sicuramente fra i dipinti più francesi, più vicini alle esperienze dei colleghi impressionisti. Il quadro nelle due esposizioni veneziane aveva mutato il titolo in "Donna con cane". Esso venne acquistato dalla Galleria triestina in occasione della Biennale del 1914: una scelta dettata dalla volontà di assicurare alla collezione triestina un'opera di un maestro ormai universalmente riconosciuto della trascorsa stagione impressionista, di conferirle, attraverso questo acquisto così spiccatamente francese (si pensi anche al tema) un carattere internazionale. Il dipinto sintetizza due soggetti, peculiari della produzione di De Nittis: il ritratto femminile, elegante e raffinato, e la raffigurazione degli spazi della grande capitale francese, mondana e internazionale, brulicante di gente, cavalli, carrozze. La silhouette nera, che in forte contrasto con lo sfondo, giganteggia quasi a figura intera, in primissimo piano, apre dietro di sé un ampio spazio, suggerito dal viale affollato e delimitato da una linea d'orizzonte molto alta, che per il taglio compositivo richiama le prove paesaggistiche degli anni 60. Al contempo essa attesta l'interesse del pittore per soluzioni compositive ispirate dall'arte giapponese, conosciuta non solo da De Nittis ma da tutto l'ambiente impressionista francese, anche attraverso Degas. Nella scelta del formato verticale, allungato, un formato nuovo che precede soluzioni adottate dalla pittura di fine secolo, è evidente un'attenzione verso le formulazioni compositive influenzate dal giapponismo, testimoniata da alcuni dipinti di soggetto esplicitamente orientale, dipinti nello stesso anno, come "Il kimono color arancio" o "Il paravento giapponese". De Nittis risolve il rapporto figura-sfondo, attraverso la relazione fra l'elegante silhouette femminile in primo piano e le figure dello sfondo, relazione sapientemente mediata da un'altra figura femminile, appena accennata, e divisa in due dal bordo del quadro. Dal punto di vista cromatico egli gioca questo rapporto attraverso una sapiente orchestrazione di grigi e neri, che, a detta dei suoi recensori, costituivano una delle peculiarità della sua maestria.

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, p. 78-79 \Arte d'Europa tra due secoli: 1895-1914 : Trieste Venezia e le Biennali : [Trieste, Civico Museo Revoltella, 15 dicembre 1995 31 marzo 1996], p. 268-271

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan, Vicenza, Terra ferma, 2004, pp. 78-79
Consulta OPAC BiblioEst SBN

Arte d'Europa tra due secoli: 1895-1914 : Trieste Venezia e le Biennali : [Trieste, Civico Museo Revoltella, 15 dicembre 1995 31 marzo 1996] a cura di Maria Masau Dan, Giuseppe Pavanello

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