Bambino con l'anatra

Manzù, Giacomo

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Oggetto
scultura
Inventario
REV003005
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
acquisto; XXIV Biennale di Venezia; 1948
Cronologia
1947
Dimensioni
cm; altezza 45; larghezza 87; profondità 58
Materia e tecnica
bronzo

L'opera in esame fu acquistata alla Biennale di Venezia del 1948, dove Manzù ebbe una Sala personale e vinse il Gran Premio per la scultura ex-aequo con Henry Moore. Da un carteggio conservato nell'Archivio Amministrativo del Revoltella emerge che il Curatorio del museo era dapprima interessato all'acquisto della scultura in bronzo Testa di mia moglie, del 1947, ma, essendo quest'ultima già stata venduta, aveva accettato di comperare il Bambino con l'anatra proposto dall'artista. Quest'ultimo, in una lettera del 6 settembre '48, aveva espresso il desiderio di figurare con una sua opera nella collezione del museo e aveva, a tale fine, offerto questo importante lavoro al prezzo di 450.000 Lire (C.M.R. Arch. Amm. 10.1948.4256). Il bronzo appartiene ad un periodo molto importante della produzione di Manzù, che visse il decennio tra il 1938 e il '48 all'insegna dell'identificazione tra attività artistica e impegno sociale. Nel '39 espose a Milano alla seconda mostra del gruppo di “Corrente”, con il quale condivise l'interesse per il realismo della vita vissuta e la contrapposizione alla retorica fascista, e nei primi anni '40 - con le serie delle Crocifissioni e delle Deposizioni – espresse la propria protesta contro la guerra, suscitando accese polemiche nell'ambiente politico ed ecclesiastico. Nel dopoguerra Manzù continuò ad utilizzare tecniche esecutive e soggetti antichi con uno stile moderno, capace di trasferire nel materiale plastico, prevalentemente bronzo, il palpito della vita. Lo studio delle diverse tensioni fisiche, riscontrabile in David (1938), Francesca Blanc (1941) e Donna distesa (1948) ritorna anche nel bronzo in esame, dove è rappresentato un bambino caduto all'indietro nello sforzo di trattenere un'anatra. Protagonista è il fanciullo già visto nei vari David del 1939-40, ma la compatta architettura della precedente figura è qui sostituita da uno dinamico equilibrio di masse e di forze contrapposte. Il modellato scabro, che cattura e assorbe la luce, rende vivace e immediata la traduzione plastica della scena, in bilico tra la solidità della plastica quattrocentesca e il vibrante pittoricismo di Medardo Rosso. Nel Bambino con l'anatra l'autore riprende un soggetto già studiato in un bozzetto a carboncino del 1937. Si conoscono, inoltre, tre disegni raffiguranti lo stesso tema, pubblicati sulla piccola monografia di Luigi Bartolini, uscita nel 1944, e due stampe del '40 e del '49, pubblicate nel catalogo dell'opera grafica curata da Ciranna nel 1968. Recentemente esposta alla retrospettiva romana di Palazzo Venezia, è una ceramica del 1946 intitolata Putto con oca, che può essere considerata un diretto antecedente dell'esemplare del Revoltella.

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.165

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p.165
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