Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Sfera n.4
La serie delle "Sfere rotanti", la più conosciuta tra le metafore plastiche di Pomodoro, nasce nel 1963. Si tratta di «forme magiche e perfette» che l’artista dice di rompere «per scoprirne (cercarne, trovarne) le fermentazioni interne, misteriose e viventi, mostruose e pure». La superficie esterna, lucida e levigata, svela l’intricato mondo interiore generando un accentuato contrasto, che sembra alludere ad esperienze inconsce e a simbologie arcaiche ma anche alla tecnologia moderna e all’evoluzione atomica. Significativa è la mobilità delle sfere che, come ha sottolineato l’autore, «possono spostarsi e ruotare: hanno così anche “sotto le mani” il valore di movimento e partecipazione che hanno nella visualità» (Pistoi 1964). L’artista raggiunge questi esiti attraverso alcune fondamentali esperienze: intorno al 1953, assieme al fratello Giò, si avvicina allo Spazialismo milanese, alla Biennale di Venezia del 1956 conosce l’Action Painting di Pollock e nel 1960 forma il Gruppo Continuità, per la ricerca astratta tra segno e materia. Di grande importanza è poi il contatto diretto con la plastica contemporanea di Brancusi, Giacometti, David Smith e Louise Nevelson, avvenuto in occasione delle numerose mostre di Pomodoro all’estero. Dalle dichiarazioni dello stesso artista emerge poi anche la sua sensibilità nei confronti dell’arte di Klee e dell’universo segnico-formale di Tobey e Dubuffet. Nonostante molteplici richiami, Pomodoro sviluppa uno stile personale e inconfondibile, che si avvale degli stimoli del presente come degli insegnamenti del passato: utilizza, infatti, la tecnica arcaica dello stampo, ma sperimenta matrici del tutto nuove come ossi di seppia, carbone fittile, talco, ardesia, che producono piccoli tasselli arabescati poi con fili metallici ed eccessi di saldatura. Il Museo Revoltella si aggiudica l’opera al prezzo di 1.400.000 Lire in occasione della XXXII Biennale di Venezia del 1964. Alla rassegna lagunare "Sfera n. 4" era esposta, assieme ad altre otto sculture bronzee e a quattro studi preparatori per Sfera, realizzati a tempera e smalto, nella sala personale dell’artista presentata in catalogo da Guido Ballo. Nel "Catalogo ragionato dell’artista", pubblicato nel 2007, l’opera del Revoltella figura come "Sfera n. 4" e si afferma che di essa esistono un altro esemplare a Milano in collezione privata e due prove d’artista.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.219