Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Lo scultore Jean-Antoine Houdon si distinse soprattutto nella produzione di ritratti, nei quali riuscì a conciliare precisione tecnica e una particolare attitudine a cogliere la psicologia dei personaggi effigiati, che furono per lo più uomini illustri quali La Fayette, Necker, Napoleone e i suoi familiari e molti altri. Il busto in gesso di Napoleone I, ritenuto opera autografa da Franco Firmiani, riproduce fedelmente la versione in marmo conservata presso il Musée National de Versailles, anche se quest’ultimo risulta più piccolo. In passato la firma “houdon” venne interpretata erroneamente e si ipotizzò che l’autore fosse un certo “Bauden”, non ben identificato; ma l’equivoco venne chiarito dal napoleonista Paul Marmottan (1856-1932) che scrisse nella sua monografia su Louis Boilly del 1913: «Un altro busto in gesso di Napoleone, originale firmato in tutte lettere di Houdon, appartiene al museo municipale di Trieste, dove, avendolo scoperto parecchi anni fa, noi abbiamo spiegato la sua vera firma al conservatore di questo museo, che l’aveva scritta tutt’altrimenti sul catalogo». Il gesso del Museo Revoltella, che nel 1990 fu restaurato ed esposto alla mostra Abitare la periferia dell’Impero, non è affatto una replica del marmo conservato a Versailles, da cui si distingue, oltre che per le diverse dimensioni, anche per molti dettagli: «Busto che, d’altra parte, all’esame analitico mostra di essere rifinito con tale agilità e precisione, da implicare necessariamente l’intervento, in fase esecutiva, del maestro». Com’è stato evidenziato nei cataloghi del Museo e in seguito da Firmiani, la scultura, che si trovava a Villa Murat a Trieste e poi nella dimora di campagna di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, divenne in seguito proprietà dello storico triestino Pietro Kandler, il cui genero, Nicolò Branchi, lo donò al Museo Revoltella. Dalle fonti sappiamo che Houdon eseguì un Napoleone Primo Console e una colonna commemorativa coronata dalla figura imperiale, andata distrutta durante la Restaurazione. È stato inoltre identificato un altro gesso, segnalato dal Réau nella collezione André Camoin di Parigi, ma poi individuato da Firmiani nell’Hotel George V della capitale francese (Firmiani 1971).
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.147