Dante Alighieri

Vela, Vincenzo

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Oggetto
scultura
Inventario
REV000819
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna ; REV
Acquisizione
legato; Caccia, Antonio; 1927
Cronologia
1865
Dimensioni
cm; altezza 48; larghezza 45; profondità 24
Materia e tecnica
bronzo

Si tratta di una delle numerose fusioni in bronzo il cui prototipo è il modello in gesso conservato al Museo Vela di Ligornetto, probabilmente realizzato nel 1857. La datazione deriva da una lettera di Massimo D’Azeglio, datata 1 gennaio 1858 in cui lo scrittore, in veste di presidente del Circolo degli Artisti di Torino, ringraziava Vela per la donazione di un busto di Dante. Fu probabilmente da questo primo modello, conservato dall’artista nella casa-museo, che Vela trasse le numerose fusioni in bronzo, e in larga misura riferibili al 1865. Tra queste si ricorda quella conservata alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (che possiede anche una versione in marmo) e le fusioni della Galleria d’Arte Moderna di Milano, del Museo Civico di Correggio oltre a quella del Revoltella. Il Municipio di Lugano conserva invece una versione in marmo datata 1879. Accostatosi al poema dantesco, una delle tematiche più care alla cultura romantica, con alcuni studi per l’episodio di Paolo e Francesca, di Pia dei Tolomei e del Conte Ugolino, lo scultore trovò nel ritratto del sommo poeta uno tra i soggetti più rappresentativi delle sue posizioni patriottiche e anticlericali. Sono documentate infatti numerose occasioni in cui Vela, direttamente coinvolto, rispose proprio con la donazione di un ritratto dantesco. Ciò spiega, in parte, l’esistenza delle numerosissime versioni, in bronzo e in marmo, esistenti. Inoltre lo scultore decise di collocare sulla facciata della residenza di Ligornetto una riduzione della statua del poeta realizzata nel 1865 per la città di Padova e ancora oggi conservata al Museo Vela. Nel 1864, in occasione delle celebrazioni dantesche, Vela aveva infatti ricevuto dal Municipio di Padova l’incarico di eseguire due statue di Dante e di Giotto destinate a Prato della Valle (oggi collocate nel porticato del Palazzo della Ragione). L’opera di Padova riprendeva quelle caratteristiche fisionomiche, caratterizzate dall’espressione corrucciata e quindi allusiva della riflessione del poeta sui destini dell’Italia, già affrontate nel modello del 1857. Fin dal 1857, anno in cui lo scultore presentò il modello della statua, l’espressione conferita all’immagine, facilmente interpretabile come un severo rimprovero verso l’Italia, suscitò accese polemiche destinate a coinvolgere anche Vela.

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p. 263

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p. 263
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