Vergine

Wildt, Adolfo

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Oggetto
scultura
Inventario
REV004042
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
donazione; Rusconi, Antonino; 1965
Cronologia
1924
Dimensioni
cm; altezza 23,5; larghezza 16; profondità 9
Materia e tecnica
bronzo

Realizzata nel 1924 ed esposta per la prima volta alla Terza Biennale romana del 1925, nella sala dedicata all’arte sacra, la Vergine rappresenta una delle opere più conosciute della produzione di Wildt, «malgrado una fortuna limitata». Di questa scultura straordinaria, conosciuta anche con il titolo di "Madonnina" o "Testina di Maria" o semplicemente "Maria", esistono numerosi esemplari (almeno nove copie in marmo), che si distinguono per il diverso tipo di materiale impiegato (marmo di Carrara, onice, marmi colorati, bronzo) e per la qualità del taglio. Oltre ad un certo numero di pezzi conservati in collezioni private, si ricorda qui, in ambito pubblico, la versione in marmo della Pinacoteca di Brera a Milano e l’esemplare in gesso della Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, donata dagli eredi Wildt-Scheiwiller nel 1990. Il soggetto, legato all’iconografia mariana, molto popolare nell’ambito del gruppo Novecento (del cui comitato direttivo Wildt faceva parte dal 1925), come spesso ricordato, sarebbe uno sviluppo in senso concettuale dell’opera intitolata La Vedova (nota anche come Atte), realizzata nel 1892. La documentazione conservata nell’archivio del Museo Revoltella (CMR, Arch. Art., Lettera di Francesco Wildt ad Antonino Rusconi, 26 aprile 1949) attesta che la versione in bronzo di proprietà del Museo, probabilmente l’unico esemplare in materiale metallico, fu donata da Francesco Wildt, figlio dello scultore milanese, all’ingegner Antonino Rusconi nel 1949, quando ricopriva l’incarico di Soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie della Venezia Tridentina a Trento. Vi si evince che l’opera fu donata quale segno di riconoscenza per l’interessamento e le cure prestate da Rusconi alle opere di Adolfo Wildt, nel contesto del piacentiniano Monumento alla Vittoria di Bolzano. Nel 1965, in aggiunta ad una consistente donazione del 1963, che comprendeva una quarantina di opere di grafica, tra cui sette litografie di Filippo de Pisis, Rusconi la cedette, infine, al Museo Revoltella.

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.267

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p. 267
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