Uomo con la maschera

Perez, Augusto

STAMPA pdf
Oggetto
scultura
Inventario
REV003702
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna ; REV
Acquisizione
acquisto; XXX Biennale di Venezia; 1960
Cronologia
1960
Dimensioni
cm; altezza 203; larghezza 49; profondità 58
Materia e tecnica
bronzo

Questo grande bronzo del 1960 occupa una posizione di assoluto rilievo nella produzione dello scultore siculo-napoletano Augusto Perez, poiché è andata distrutta una parte considerevole delle opere del decennio precedente, quasi tutte realizzate in gesso. Acquistata alla XXX Biennale di Venezia (con l’"Ala" di Quinto Ghermandi e l’"Uccello atomizzato" di Agenore Fabbri), l’opera figurava nella sala personale dedicata all’artista, accanto ad altre nove sculture, di cui sei bronzetti. L’artista, allora trentenne, aveva già riscosso importanti riconoscimenti sia a livello nazionale – grazie anche al sostegno di Guttuso, di Mario De Micheli e di Cesare Brandi – sia internazionale, con la partecipazione, nello stesso 1960, all’VIII Quadriennale di Roma e alla mostra di scultori italiani al Museo Rodin di Parigi. L’"Uomo con la maschera" documenta una fase significativa dell’evoluzione stilistica di Perez. Il critico Vittorio Rubiu, nella lunga presentazione alla sala personale della Biennale del 1960, ha infatti evidenziato come «nei quattro anni che intercorrono tra la prima e la seconda mostra romana del ’59 (alla Galleria dell’Obelisco) si fosse andata intaccando quell’unità di realtà e materia che ancora un anno prima Guttuso – a cui si deve il lancio di quest’artista – poneva al centro dell’opera di Perez». Sperimentata la conciliazione tra la scultura di volumi di Marini e la scultura di superfici di Manzù, aveva iniziato a modellare «figure che sorgono dalla creta come in un’immaginaria resurrezione della carne» e, facendo propria la macerazione delle forme attuata da Germaine Richier e da Giacometti, aveva creato immagini angosciose che esprimono con forza il disagio esistenziale dell’uomo contemporaneo. Nell’opera del Museo Revoltella una figura maschile, priva di braccia e di piedi e con il volto parzialmente coperto da una maschera, sulla quale sono accennati tre profili, incede lenta e incerta, mentre le sue carni sembrano subire l’azione corrosiva dell’aria circostante. L’annullamento dell’individualità e la crisi dei valori del passato vengono affrontati dallo scultore anche nella sua ultima produzione, in particolare negli "Ermafroditi", nel "Grande Centauro" e nella "Crocifissione dell’Apollo del Belvedere".

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.213

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p.213
Consulta OPAC BiblioEst SBN

stampa