Festa notturna a Venezia

Caffi, Ippolito

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV000150
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
acquisto; 1903
Cronologia
1841
Dimensioni
cm; altezza 66,5; larghezza 101,5
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Si tratta probabilmente di un dipinto acquistato dal Museo per 600 corone, in seguito ad un'offerta di Giuseppe Schollian, antiquario e "indoratore" con sede in via Ponte Rosso, come risulta da una lettera conservata presso l'archivio amministrativo del Museo e datata 4 gennaio 1903: "In possesso d'un ottimo quadro del Caffi, mi permetto di offrirlo...". Questo ed altri dipinti (Ruderi romani, Trieste, C. M. Revoltella, inv. n. 263) entrarono probabilmente nel circuito triestino poiché il Caffi soggiornò nella città per due volte: nel 1839 e nel '40. In occasione della prima visita raccolse notevoli commissioni, che eseguì nello studio veneziano, per consegnarle, nei mesi successivi, in occasione del suo rientro nella città, quando intervenne alla Prima Esposizione di Belle arti Triestina con otto vedute. Il dipinto in questione potrebbe essere La festa di S. Pietro di Castello in Venezia che Caffi consegnò a Leone Hierschel nel Natale del 1839 (Avon Caffi, 1967, pp. 41-43). Il dipinto in questione è ricordato dal Parin (Tempi andati, Trieste 1891, 4° ediz. 1926) il quale registra nelle collezione dello Hierschel il dipinto del Caffi (p. 397). Come evidenziato dal Pavanello a proposito del dipinto Festa notturna in via Eugenia (Museo d'Arte Moderna, Ca' Pesaro, Venezia) "della Festa sulla via Eugenia (poi Garibaldi) a Castello esistono altre due versioni simili, a Belluno (Museo Civico; Pittaluga, 1971, p. 48) e a Trieste" (cfr. G. Pavanello, in Venezia nell'800. Imagine e mito, cat. della Mostra, a cura di G. Pavanello e G. D. Romanelli, Milano 1983, p. 79, cat. n. 80). In questi dipinti la veduta del Caffi combina astutamente effetti di luce artificiale con il trascolorare, attraverso le nubi, della luce lunare. Lo studio di raffigurazioni di feste notturne con bagliori e fuochi artificiali non gli era affatto inconsueto poiché, già nel '37 a Roma, riproducendo scene carnevalesche, aveva realizzato i cosiddetti "moccoletti" che furono di grande successo, come viene confermato dalle innumerevoli versioni realizzate per soddisfare la grande richiesta. Proprio nella sua venuta a Trieste nel '39 consegnò a Pietro Sartorio un esemplare de La festa dei moccoli a Roma (cfr. Avon Caffi, 1967, p. 41) Si noti come, tanto nei dipinti dedicati alla festa veneziana al Castello, quanto in quelli del carnevale romano, il Caffi abbia applicato, seppur con alcune varianti, un principio che lui stesso aveva suggerito ai pittori di vedute: "Il punto di vista può collocarsi in qualunque parte dell'orizzonte; Questa linea suol essere alta quanto si dee supporre lo spettatore, di modo che se tu rappresenti fatti popolari che si possono credere veduti da finestra o da altro luogo eminente, devi innalzare la linea dell'orizzonte..." (I. Caffi, Lezioni di prospettiva Pratica, III ed., Venezia 1841, p. 6).

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 50-51

"Il Museo Revoltella di Trieste", a cura di Maria Masau Dan, 2004, VIcenza, Terraferma: Trieste, Muyseo Revoltella, 2004, pp. 50-51

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