Cairo

Caffi, Ippolito

STAMPA pdf
Oggetto
dipinto
Inventario
REV002586
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
legato; Piacere, Carlo - Piacere, Maria; 1940
Cronologia
1844
Dimensioni
cm; altezza 36; larghezza 26
Materia e tecnica
olio su carta incollata su cartone

Fra il 1843 ed il 1844 Ippolito Caffi intraprese un viaggio che si snodò dalla Grecia al Medio Oriente fino all'Egitto. Forse il tour del Caffi è da collegarsi a quell'interesse per l'Oriente, manifestatosi in quegli anni, che ci viene testimoniato dai numerosi resoconti, sui giornali dell'epoca, e dalle pubblicazioni dedicate a quei luoghi esotici. Pur non conoscendo le precise motivaziani che spinsero il Caffi ad intraprendere il viaggio è possibile intuirle per analogia con altri artisti a lui contemporanei. Il viaggio in Oriente divenne allora una sorta di "grand tour" per pittori; tappa obbligatoria per un'esperienza forse più estetica che artistica. Dal punto di vista della suggestione artistica è probabilmente Horace Vernet il suo riferimento principale come verrebbe attestato dal fatto che alcuni acquarelli del Caffi riprendevano motivi tratti dai suoi quadri (cfr. F. Scotton, Ippolito Caffi - Viaggio in Oriente 1843 - 44, cat. mostra, Mestre 3 Luglio-15 settembre 1988, Venezia 1988, pp. 14, 70-77). Pittore orientalista, attivo a Roma proprio negli stessi anni del Caffi, Vernet è non solo fra i primi artisti a recarsi in Algeria ma svolse, tre anni prima, un viaggio analogo a quello del Caffi, tra Siria, Egitto e Palestina. Tuttavia, al tipo di produzione più oleografica del pittore francese, Caffi preferì una pittura che assomigliasse piuttosto ad un diario di viaggio, fatto di disegni, schizzi e piccole tele (G. Romanelli, L'Oriente di Caffi, in F. Scotton,1988, p.11) analoghe a quella presente al Civico Museo Revoltella. Il dipinto, datato 1844, rappresenta una strada del Cairo ed è realizzato con la medesima tecnica pittorica ed offre lo stesso taglio verticale della scena riscontrabili nel "Caffé al Cairo" e nel "Cairo, strada principale" conservati alla Galleria d'Arte Moderna, Ca' Pesaro di Venezia (cfr. F. Scotton,1988, pp.49-50, cat. nn. 30-31). Va rilevato che Caffi ebbe modo di studiare attentamente questi scorci urbani durante la sua lunga permanenza al Cairo, città che, alla metà dell'800, non poteva non esercitare sui pittori un forte fascino nella sua caleidoscopica varietà umana: turchi ottomani, donne circasse, fellahin egiziani, greci, giovani schiave georgiane e abissine, persiani, nubiani, membri di diverse chiese orientali quali copti ebrei e musulmani (B. Llewellyn, Lewis l'Egiziano, in "FMR", n. 23, maggio 1984, p. 154). Nei vicoli ombrosi della città Caffi trova spunto per le sue scenografie prospettiche che accolgono la gente comune, le diverse professioni di scribi, mercanti dragomanni e schiavi, tutti ritratti con rapidi tocchi di pennello che contrastano con la precisione "canalettiana" riservata alla rappresentazione architettonica, delineata marcando, con tratti sottili di pennello, le direttici prospettiche dei masselli di pietra degli edifici. Come sottolineato dalla Cruvar, Caffi, di ritorno dall'Oriente, pervase con i suoi dipinti di atmosfere esotiche le sale degli ambienti triestini e veneti. Lo confermerebbe la presenze di queste opere nelle collezioni di Pietro Sartorio, Leone Hierschel, Carlo Ottavio Fontana, Elio e Marco de Morpurgo (Crusvar, 1990, p. 218).

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 50-51

M. Masau Dan [a cura di], Il Museo Revoltella di Trieste, Trieste 2004, pp. 50-51

stampa