Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Gentilini si era fatto conoscere a Trieste già nel 1947, in occasione della mostra Gentilini e Tamburi, allestita presso la Galleria d'Arte San Giusto e tra il '51 e il '54 era stato invitato altre cinque volte nel capoluogo giuliano, per partecipare a mostre collettive di grafica e di pittura. Nel 1958 il Museo Revoltella decise di acquistare questa "Cattedrale nera" alla Biennale di Venezia, dove Gentilini aveva una sala personale con 28 lavori del periodo 1954-58. Dedicatosi alla pittura dopo aver lavorato come ceramista nella sua città natale, Faenza, aveva guardato all'Espressionismo della Scuola romana e alla Metafisica. Negli anni '50, ispirato dal Surrealismo di Klee, Chagall e Dubuffet, aveva iniziato a dipingere cattedrali, banchetti sul sagrato e paesaggi, trasformandoli in apparizioni, ironiche e nostalgiche, del suo immaginario fiabesco. Eseguita nel 1957, l'opera in esame appartiene alla produzione matura di Gentilini e tratta uno dei suoi soggetti preferiti. Prive di volumi visti in prospettiva, le sue cattedrali sembrano disegnate con i gessetti colorati dalla mano di un bambino, ma con la sensibilità di un grande maestro, capace di bilanciare pieni e vuoti, tinte chiare e scure. Nell'opera del Museo Revoltella , grazie al confronto con il dipinto "Cattedrale di Valencia" del 1958, sembra di poter riconoscere quest'ultima, visitata dal pittore durante un viaggio assieme alla famiglia nel '57. In quest'anno realizza anche altre due opere con lo stesso soggetto, quasi identiche all'opera in esame ma con fondo chiaro e linee nere. In tutte applica la sua particolare tecnica, basata sulla preparazione del supporto di cartone o tela con uno strato di olio o sabbia, così che le cattedrali sembrano affiorare da una superficie buia o assolata.
Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 194-195