Primi albori

Grimani, Guido

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV000275
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
acquisto; 1908
Cronologia
1908
Dimensioni
cm; altezza 155; larghezza 205
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Presentata all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano del 1908 e riprodotta nella rivista «Illustrazione Italiana» del 18 ottobre dello stesso anno, venne acquistata dal Museo Revoltella due mesi più tardi per 2.600 Corone, derivate dai proventi della Fondazione Cochini. Fino a questa data nella collezione del Revoltella non figurava alcuna opera di Grimani, cosa che doveva apparire agli occhi dei triestini una grave lacuna - come documentano due articoli pubblicati su «Il Piccolo» del 22 ottobre e 22 dicembre 1908 – in quanto l'artista, molto apprezzato dai concittadini, aveva già raggiunto una certa notorietà anche al di fuori dell'ambito locale, avendo esposto a Budapest, a Vienna, a Monaco e alle Biennali di Venezia del 1897, 1899 e 1907. Da un documento conservato nell'archivio amministrativo del museo risulta che già nel luglio del 1908 era stato proposto l'acquisto – per 2.500 Corone - della sua opera Marina di Grado, ma tale trattativa non era poi andata a buon fine. Qualche mese più tardi la scelta era caduta sul dipinto Primi albori, che, a detta dell'autore di un articolo pubblicato sulla testata triestina, “tra le marine del Grimani dovrebbe indubbiamente occupare il primo posto, anche perché segna l'avviamento a un'arte più larga, più comprensiva”. Nello stesso testo è anche riportata una puntuale e suggestiva descrizione dell'opera: “nei primi albori le navi da pesca si sono ormeggiate; galleggiano accanto i grossi cestoni della preda squamosa. Su una delle due barche arde un lumicino verde. La luce è ancora incerta, pallida, imbevuta per così dire d'opaco; sicché sulle acque i suoi giuochi si disegnano in fasci lattei poco decisi, come in un liquido che scorre lento dilatandosi. La pennellata, per le acque è tenue, lieve, liscia, s'ingrossa, s'irruvidisce nei corpi delle barche. Il disegno ha ogni sicurezza, la luce è studiata amorosamente, tanto che ai suoi effetti è un po' sacrificato il piano. Anche il sentimento di attesa e di sonnolenza appena interrotta è reso con ogni vigoria.” (Al Museo Revoltella. Nuovi acquisti e nuovo collocamento in «Il Piccolo», 22 dicembre 1908). Il “lumicino verde”, di cui parla l'ignoto commentatore, deriva dall'abitudine di molti pittori monacensi di vivacizzare i loro quadri con una nota di verde brillante. Per questo particolare, spesso presente nei suoi dipinti, Grimani viene chiamato dai colleghi con lo scherzoso nomigliolo di “fanalino verde”. Nonostante la cura degli effetti luministici, che rivela l'influsso dei malinconici paesaggi marini di Fragiacomo, egli sembra qui far proprio il gusto Art Nouveau per la linea serpentina. Questa caratteristica avvicina l'opera in esame al dipinto Hafen von Triest, che il giovanissimo Egon Schiele eseguì nel 1908, di rientro da un soggiorno a Trieste del 1907 in compagnia alla sorella Gerta. Il luogo descritto in questa tela di Grimani, tuttavia, secondo Luisa Froglia non è Trieste ma Chioggia, sulla base delle analogie con l'acquerello Canale di Chioggia e l'olio Fondamenta di Chioggia, realizzati intorno al 1908, durante uno dei soggiorni del pittore nella laguna veneta. Di Grimani il Museo Revoltella possiede anche le seguenti opere: l'olio Marina, datato 1895 e pervenuto con il legato di Erminia Luzzatto nel 1956; il piccolo Ritratto del pittore Miceu, donato nel 1972 da Antonio Fonda Savio, genero di Italo Svevo e i due oli su tavola di ridotte dimensioni, Paesaggio e Molo Audace, e l'acquerello Pescatori, entrati a far parte della collezione del museo nel 1995 tramite il legato della professoressa Gabriella Casa di Trieste.

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 140-141

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan, Vicenza, Terra ferma, 2004, pp.140-141
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