Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Nel 1953, un anno prima che il Museo Revoltella acquistasse questo Grande cespuglio col sole alla Biennale di Venezia, Moreni aveva esposto a Trieste, nell'ambito della “Mostra Nazionale di Pittura”, organizzata dall'Università. Erano qui presenti anche gli altri esponenti italiani delle varie tendenze astratte contemporanee, tra cui Afro, Birolli, Santomaso, Vedova, Morlotti, Turcato e Corpora, con i quali Moreni aveva formato nel '52 il gruppo degli “Otto pittori astratto-concreti”, sostenuto dal critico Lionello Venturi. Nel recensire la mostra Decio Gioseffi aveva elogiato le rielaborazioni in chiave astratta del dato figurativo compiute dal gruppo e, riferendosi al "Paesaggio a Brisighella" di Moreni - datato 1953 e stilisticamente vicino al coevo dipinto del Revoltella - aveva rilevato che “con quel nero disco raggiante nell'esplosione dei gialli e dei violetti, può essere veramente inteso come una trasposizione “musicale”(“inno al sole”) di un'impressione visiva” (D. Gioseffi, La mostra nazionale di pittura. I maestri dell'arte astratta, in “Giornale di Trieste”, 31 dicembre 1953). L'interesse del mondo artistico triestino per le tendenze non figurative, dopo quest'esposizione, doveva essere verosimilmente aumentato, se in occasione della Biennale del '54 il Museo Revoltella (del cui Curatorio sia il presidente Coletti che Mascherini erano stati membri della giuria esaminatrice alla mostra dell'Università), aveva deciso di acquistare le opere di Corpora, Prampolini, Castelli, uno studio di Spazzapan e questo dipinto di Moreni. Pagato 150.000 Lire, era già appartenuto alla Galleria del Milione di Milano ed era stato esposto alla mostra Peintres d'aujourd'hui France – Italie, al Palazzo delle Belle Arti di Torino, e alla rassegna Junge italianische Kunst, alla Kunsthaus di Zurigo. Nell'ambito della XXVII Biennale veneziana, alla quale Moreni partecipava come artista invitato (vincendo il premio-acquisto di 250.000 Lire offerto dalla Società Perugina) l'opera figurava accanto ad altri due dipinti del biennio '53-'54: "Festa sulla collina" e "Giardino delle mimose", esposti nella sala XX con i lavori degli altri pittori del gruppo degli “Otto” (che in una lettera del 26 settembre 1953, conservata nell'archivio A. Basaldella di Roma, avevano chiesto a Pallucchini di poter esporre collettivamente, pena il rifiuto di partecipare alla mostra). "Grande cespuglio col sole" è un pezzo emblematico della svolta stilistica compiuta da Moreni tra la fine del '52 e il 1953, definito da Arcangeli l'anno della ‘ricarica'. Superata la fase cosiddetta “geometrica” d'ispirazione picassiana, egli aveva rivolto l'attenzione al paesaggio, restituito pittoricamente in ben strutturate composizioni, dove l'irruenza gestuale del segno rimanda ad Hartung e, in parte, a Spazzapan. Il suo avvicinamento alla natura, maturato durante i soggiorni ad Antibes (1949-50), a Grado (1951) e a Frascati (fino al 1954), aveva rafforzato la componente emotiva della sua pittura, senza indurlo, però, a superare totalmente il rigore costruttivo della produzione precedente. In questo, come nei cespugli, negli urli del sole o negli incendi, dipinti negli anni Cinquanta, permane infatti una traccia di quell'interesse per la macchina che, a Torino, nell'immediato dopoguerra, lo aveva portato a studiare gli ingranaggi dal vero nei cantieri della Fiat. Come ha rilevato Luisa Somaini, nell'opera del Revoltella “l'ancor frenato disporsi dei tratti va considerato come residuo di un ordine compositivo lungamente praticato” (L. Somaini, Otto pittori, Roma-Milano, 1986, p. 20), ma è proprio in questa “integra forza d'una pressione altrettanto intellettiva che sensibile” (F. Arcangeli, Mattia Moreni, cat. mostra, Bologna, Galleria d'Arte Moderna, Bologna 1965, p. XV), che si può riconoscere uno dei maggior pregi della sua pittura.
Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 202-203