Mia nonna

Orell, Argio

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV000467
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
donazione; Banca Italiana di Sconto; 1922
Cronologia
1918
Dimensioni
cm; altezza 69; larghezza 69
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Anna Economo, nonna del pittore, è ritratta a mezzo busto, frontalmente. Un pesante scialle di lana le copre le spalle, mentre sul capo porta un velo nero annodato sotto il mento che le incornicia il volto stanco segnato dall'età avanzata.

Citato nel verbale del curatorio del maggio 1922, assieme ad altre opere “pervenute in dono al Museo” tra la fine del 1921 e il 1922 (tre pastelli di Arturo Rietti, il ritratto di Campagnano eseguito da Umberto Veruda e tre disegni di Michetti), il ritratto fu eseguito da Orell a fine guerra, al suo rientro a Trieste, dopo un periodo in cui, prestato servizio militare per alcuni mesi nell'esercito austro-ungarico a Radkesburg, a fianco di Timmel, Barison e Grimani, il pittore era rimasto “confinato” a Lubiana, come altri triestini, con la moglie Anna Hell von Heldenwerth. (Sofianopulo, 1964). Il ritratto della nonna materna di origini greche, la signora Anna Economo, raffigurata all'età di 87 anni, fu esposto nel settembre del 1918 alla Galleria Michelazzi di Trieste con altri dodici dipinti di Orell, che ottennero un notevole successo di pubblico e di critica. La naturale propensione all'arte di Orell fu consolidata in gioventù dall'insegnamento a Monaco di Baviera di Franz von Stuck (1902) e in seguito corroborata dalle diverse esperienze espositive all'estero e nella propria città, dove trascorse un periodo di “vita scapestrata, ispirata a modelli dannunziani” (Micoli Pasino). “[…] Con questa importante opera – scrive Micoli Pasino negli anni sessanta - ha termine il primo periodo dell'attività di Orell; da questo momento infatti ha inizio il distacco graduale del pittore dalle correnti pittoriche europee, quali l'Impressionismo, il Simbolismo, il Liberty, ed il suo avvicinamento, altrettanto graduale, al Surrealismo e al Novecento Italiano, in particolare nei ritratti.” (in Nicoletta Micoli Pasino, Il pittore triestino Argio Orell, estratto dalla tesi di laurea [1964-65] pp. 134-135). La realizzazione del ritratto della Economo cadeva in un momento di fervente e redditizia attività artistica del pittore triestino, parallelamente impegnato anche nella produzione grafica e cartellonistica: risale proprio a questo stesso anno – 1918 – il grande bozzetto celebrativo realizzato in occasione della vittoria Il nuovo grano nascerà dai solchi delle trincee sul Carso, seguìto a breve (1920) da una seconda prova sul medesimo soggetto, particolarmente efficace per gli effetti di contrapposizione di toni chiari e scuri. Un'analoga risoluzione, pur in un contesto concettualmente diverso, la riscontriamo nel ritratto in esame, coloristicamente limitato a pochissime tinte e fortemente caratterizzato dal contrasto deciso della sagoma scura dell'anziana sul fondo chiaro. In questo stesso periodo, particolarmente attratto dalla cultura e dall'arte orientale, Argio Orell costituiva una “stupenda collezione giapponese”, ricca di rare stampe e xilografie. “I suoi quadri – scriverà pochi anni dopo Salvatore Sibilia (1922) - dal «Genietto» - opera giovanile – al Ritratto della Nonna – acquistato dalla Banca Italiana di Sconto alla Prima Biennale di Roma e donato al Museo Revoltella di Trieste – […] sono tutti una espressione, varia e molteplice, di quello ch'egli intende per opera pittorica. La Nonna, ad esempio, è senza dubbio uno dei suoi migliori quadri: la pittura qui raggiunge – per quella parte che può raggiungere un quadro – la perfezione. Argio Orell non poteva pretendere dal soggetto incitamenti a fare del colore: quella vecchia signora che gli era innanzi ispirava tutto un senso profondo di bontà e di onestà e questo senso egli ha saputo trasfonderlo, con mirabile evidenza, nel quadro stesso, soprattutto per il modo con cui il lavoro è condotto: non tormentato, non raffinato, non più toccato. Si era proposto di mettere del bianco e del nero e un poco di oro dentro un limite di quadrato ed ha avuto il coraggio di fare un viso e due mani strette insieme che sono la più bella espressione della bontà umana.” (S. Sibilia, 1993, pp. 242-243). Una curiosità, infine, rinvenuta tra le carte d'archivio del Museo Revoltella, riguarda la richiesta accorata dell'artista del rinnovo della cornice di questo ritratto, in una lettera inviata a Edgardo Sambo nel novembre del 1930. «Fa il possibile – scrive Orell – di cambiar cornice alla “Nonna”, mettici una semplice di legno scuro molto impolverata: proprio polvere vera, e un po' di biacca e terra gialla e cera e buon gusto. [segue un piccolo disegnino a matita della sezione della cornice] Si trovano a buon prezzo pronte – prosegue l'artista – Il vecchio Curatorio mi aveva formalmente promesso di cambiarla. Berlam si ricorderà e Sticotti pure. Nascondi del quadro meno che puoi.» Oltre al dipinto in esame e ad altri due olii (di cui uno in deposito temporaneo) e un acquerello, il Museo Revoltella possiede anche sei disegni di Argio Orell, tra i quali merita di essere citato il ritratto di “Irma” (Ritratto femminile, inv. 229) del 1904 definito, dall'anonimo giornalista che scrisse il necrologio dell'artista, “tra i più belli dell'epoca”. (s.a., Un lutto dell'arte triestina. La morte del pittore Argio Orell, in “Il Piccolo”, 13 gennaio 1942)

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, p. 158-159

Sibilia Salvatore, Pittori e scultori a Trieste, Milano, L'Eroica, 1922, p. 242-243

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan, Vicenza, Terra ferma, 2004, pp. 158-159
Consulta OPAC BiblioEst SBN

Salvatore Sibilia, Pittori e scultori di Trieste, Milano, L'eroica, 1922, pp.242-243
Consulta OPAC BiblioEst SBN

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