Festa in mare

Devetta, Edoardo

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV004258
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
acquisto; Biennale di Venezia; 1966
Cronologia
1963
Dimensioni
cm; altezza 100; larghezza 80
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Il dipinto è stato acquistato dal Museo Revoltella in occasione della Biennale di Venezia del 1966, dove Devetta - che figurava tra gli artisti invitati con un gruppo di opere ed esponeva nella XLIX sala, con il veneziano Giorgio Dario Paolucci e i più giovani Claudio Olivieri e Francesco Tabussi – l'aveva presentato assieme a tre Paesaggi e due Composizioni, tutti del 1966. Come risulta dal verbale della seduta del Curatorio del 5 luglio 1966, il Vicepresidente Mascherini, discutendo sugli acquisti da farsi all'esposizione veneziana, aveva proposto i nomi di Devetta e di Zigaina, in quanto questi ultimi erano “gli unici artisti della Regione presenti alla Biennale, entrambi non adeguatamente rappresentati al Museo”. In seguito, essendo state ridotte le risorse economiche per gli acquisti a causa delle spese per i lavori di ampliamento del museo, lo stesso Mascherini aveva trattato direttamente con gli artisti al fine di ottenere il prezzo più vantaggioso, riuscendo a far dimezzare le cifre richieste in mostra sia da Zigaina (per l'acquisto dell'opera Il fucilato), che da Devetta, che aveva ceduto il dipinto in esame per la somma di 250.000 Lire. Festa in mare (che nei verbali del museo si trova citato con il titolo di Quadro in blu), del 1963, appartiene alla fase non figurativa e gestuale dell'artista, seguita alle sperimentazioni di matrice neo-cubista e fauve degli anni quaranta e cinquanta. Scoperta la sua vocazione per la pittura dopo l'incontro con Fiorenzo Tomea - avvenuto a Udine nel '40, durante il servizio militare – Devetta si era formato da autodidatta guardando tanto alla lezione dei grandi maestri del '900, come Cézanne, Monet, Picasso, Matisse e Morandi, quanto a quella dei chiaristi lombardi e dei “Sei” di Torino. Nel 1946 aveva esposto alla Galleria Bergamini di Milano con gli artisti firmatari del “Manifesto-invito per un arte classica moderna” (Anzil, Canci, Rapuzzi, Guidi e Zigaina), e questa era stata la sua unica adesione al manifesto programmatico di un gruppo. Negli anni '50, dedicandosi prevalentemente al tema del paesaggio, Devetta aveva interpretato il vitalismo della natura eliminando progressivamente il filtro compositivo. Per questa via si era avvicinato, negli anni sessanta, all'informale europeo e dell'espressionismo astratto americano ma, pur valorizzando il gesto come espressione della propria dimensione emotiva ed esistenziale, non si era mai allontanato del tutto dal referente reale, di fronte al quale si poneva con l'intento di cogliere “l'essenza non depurata o idealizzata, ma anzi pregna di tutti i colori, le luci, gli umori dello spettacolo naturale” (L. Trucchi, Devetta alla Zanini, in “Momento Sera”, Roma, 10 dicembre 1971), secondo quella simbiosi tra ‘arte' e ‘vita' che Francesco Arcangeli ha definito “naturalismo astratto”. Documenta questa ricerca anche il dipinto in esame, dove il groviglio convulso dei segni pittorici sembra alludere alle increspature della superficie marina, nelle cui trasparenze convivono i toni cupi dei fondali e i baluginanti riverberi dei raggi di sole. Di Devetta il Museo Revoltella possiede altri tre lavori del periodo figurativo: Dintorni di Trieste (antecedente al 1947), Autoritratto e Fiori (1949).

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, p. 249

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan, Vicenza, Terra ferma, 2004, p. 249
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