Orto in Valle Lunga

Perizi, Nino

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV003035
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
acquisto; Biennale di Venezia; 1950
Cronologia
1950
Dimensioni
cm; altezza 60; larghezza 90
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Presente per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1948 con l'opera Venditore di galli, Perizi espose questo dipinto alla successiva edizione della rassegna, accanto agli oli intitolati Interno in Valle Lunga e Figura, tutti dipinti nel '50. Fu nella stessa occasione che il Museo Revoltella decise di acquistare l'opera in esame, assieme a Figura di Dino Predonzani e a Composizione di Romeo Daneo, ritenuti tra gli artisti triestini più rappresentativi del panorama artistico contemporaneo. Il 1950 fu un anno molto intenso per Perizi che, oltre a partecipare alla Biennale veneziana, tenne alla “Galleria Trieste” di Trieste una mostra personale di disegni colorati del periodo 1947-48, vinse una borsa di studio per un soggiorno in Spagna e si trasferì in un luminoso studio in via Rossetti, dove rimase per il resto della sua vita. Nell'olio Orto in Valle Lunga, così come nelle altre opere dipinte in quell'anno, si possono individuare tracce delle sue sperimentazioni giovanili, influenzate dal cubismo e dall'espressionismo, assimilati nello studio del pittore veneziano Giuseppe Santomaso, frequentato nell'estate del 1945. Il contatto con il fervido clima artistico della città lagunare lo aveva portato ad avvicinarsi al “Fronte nuovo delle arti” e ad elaborare uno stile memore della lezione di Picasso, basato sul contrasto tra una scura griglia di segni e ampie campiture piatte di colore. Rispetto ai lavori dell'immediato dopoguerra, quelli eseguiti nel '50 sono il frutto di un processo di semplificazione formale, teso ad analizzare strutturalmente lo spazio e ad esprimere una maggior libertà interpretativa del dato reale. L'artista aveva così commentato questa ricerca: “I miei quadri ad olio di oggi, specie quelli esposti alla Biennale, sono più aperti, più definiti, più umani e più miei. Testimoniano che i disegni colorati non sono soltanto un “episodio minore”, ma parte della struttura pittorica. (N. Perizi, Autopresentazione della mostra Disegni colorati. 1947-48, Trieste, Galleria Trieste, giugno 1950). La mancanza di una soluzione di continuità tra questi pastelli e i dipinti del '50 è documentata anche dal fatto che Orto in Valle Lunga richiama il soggetto del pastello Cortile carsico, eseguito negli anni 1946-48 e oggi conservato in una collezione privata triestina (n. 10 del catalogo Nino Perizi..., 1996) Il viaggio in Spagna del 1950, compiuto grazie alla borsa di studio offerta dal governo spagnolo, influì sulla produzione successiva del pittore, che rimase estremamente affascinato dalle tinte calde del paesaggio, dalle tradizioni e dai colori sgargianti dei costumi spagnoli. Attinse innumerevoli spunti creativi: tori e toreri, picadores e Don Chisciotte sono solo alcuni fra i soggetti più ricorrenti nei disegni e nei dipinti di quegli anni. Ne è un esempio anche l'Autoritratto vestito da torero, del 1954, donato al Revoltella nel 1963 dal dottor Roberto Hausbrandt. Ma nella collezione del Museo sono documentate anche le altre fasi della produzione di Perizi, grazie alla donazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Zone di Confine, che nel 1955 ha fatto pervenire le opere Interno con stufa e Lo studio del pittore, e al cospicuo lascito Perizi, con il quale sono pervenute diverse opere della sua produzione pittorica informale e di quella scultorea. Nella storia del museo l'artista ha esercitato un ruolo importante, a partire dal 1958, anche come docente della Scuola di nudo, fondata nel 1937 dal direttore Edgardo Sambo.

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, p. 250

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan, Vicenza, Terra ferma, 2004, p. 250
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