Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L'opera in esame è stata acquistata alla Biennale di Venezia del 1950, nell'ambito della quale Predonzani figurava tra gli artisti invitati ed esponeva nella XL sala, con altri dieci pittori (tra i quali il concittadino Carlo Hollesch), sei autori di opere in bianco e nero e con alcuni scultori, come Fausto Melotti e Luciano Minguzzi. Nella stessa occasione il Curatorio del Museo Revoltella aveva acquistato anche Composizione con scacchi di Romeo Daneo e Orto in Valle Lunga di Nino Perizi, sulla base di un piano d'incremento della collezione museale che, per rispondere alle numerose proposte di vendita di autori regionali, aveva stabilito di selezionare solo le opere già passate al vaglio di giurie ufficiali come quelle della Quadriennale di Roma o la Biennale di Venezia (si veda in proposito M. Masau Dan, “L'ansia della contemporaneità” in Anni fantastici, p. 58). Questo dipinto appartiene ad una fase molto importante del percorso artistico di Predonzani che, allievo di Grego-Maier, Sibellato e Cadorin, aveva conseguito a Venezia, nel 1938, la maturità artistica e la licenza dell'Accademia di Belle Arti; sempre nel '38 aveva vinto il concorso per l'affresco alla Biennale di Venezia – dov'era tornato ad esporre, su invito, dieci anni più tardi - mentre nel 1949 aveva preso parte alla V Quadriennale di Roma e si era aggiudicato il I Premio alla “Mostra della Montagna” di Gorizia. Risale a quest'ultimo anno anche il presente lavoro, che rivela il raggiungimento della piena padronanza dei mezzi espressivi da parte dell'autore. Egli si dimostra qui particolarmente originale tanto nella scelta della gamma cromatica, dove stridono le tinte fredde e metalliche dei grigio-azzurri e il rosso acceso del piano dietro la figura, quanto nella resa del soggetto: una sproporzionata figura ermafrodita seduta su una sedia, come compressa all'interno dello spazio pittorico. La testa racchiusa nelle spalle, l'espressione mesta dello sguardo e il ventre pingue sembrano alludere, al pari della rosa stretta nella mano destra, che inizia a perdere le foglie, alla fugacità della vita e della bellezza. L'ambientazione da quinta teatrale, l'atmosfera sospesa e le ombreggiature del tutto inverosimili traspongono la scena in una dimensione enigmatica e surreale, forse ispirata dalla pittura visionaria del suo maestro veneziano Ercole Sibellato. Il netto contrasto tra i due colori primari, rosso e blu, caratterizza anche un'altra opera di Predonzani di proprietà del Museo Revoltella, ossia la Natura morta datata 1948 e pervenuta nel 1955 grazie alla donazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio zone di confine. Nella produzione degli anni '60 lo stile di Predonzani evolve verso l'astrazione, come documenta l'opera Composizione caduta, acquistata dal Revoltella nel 1972. Gli echi espressionisti, metafisici, surreali e astratti, rintracciabili nella sua produzione ad olio e nella grafica, convivono con un moderno classicismo nelle decorazioni navali, alle quali Predonzani si è dedicato a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, p. 251
"Il Museo Revoltella di Trieste", a cura di Maria Masau Dan, 2004, VIcenza, Terraferma: Trieste, Muyseo Revoltella, 2004, p. 251