Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Pasquale Revoltella acquistò l’Apollino presumibilmente assieme alla Venere dei Medici, scelta molto diffusa all’epoca, tra chi voleva impreziosire i propri salotti con delle copie in miniatura di famose sculture ellenistiche. La scultura riproduce un Apollo giovane, che si appoggia con eleganza a un tronco d’albero, dove è appesa una faretra. Si può supporre che la mano sinistra tenesse l’arco; mentre la destra posata languidamente sul capo enfatizza la posa rilassata e distesa del dio. L’opera del Revoltella riproduce in scala minore l’Apollino di Villa Medici a Roma, alto cm 141, che fu trasferito agli uffizi di Firenze nel 1770 e al quale in quell’occasione furono rimodellate entrambe le mani. Si tratta di una replica romana, della metà del I secolo a.C., dell’Apollo Licio, opera attribuita a Prassitele di Atene (IV sec. a.C.), che, riscuotendo vasto successo, fu replicata più volte. A Carrara la scultura fu realizzata a grandezza naturale (141 cm) da Paolo Andrea Triscornia e giunse poi all’Ermitage di San Pietroburgo nel 1798.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.64