Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
La scultura decora il vestibolo del secondo piano della dimora baronale, assieme alle altre tre allegorie delle stagioni realizzate dagli «allievi dell’Accademia di Carrara sotto la direzione del prof. Bonanni» (Tre giorni a Trieste 1858). Giuseppe Livi, nipote dello scultore Luigi Bienaimè (Carrara 1795 - Roma 1878), come gli altri autori delle Quattro Stagioni, si ispirava liberamente alla statuaria greco-romana. La Primavera, infatti, presenta chiari rimandi «alla fidiaca Amazzone Mattei o all’altrettanto celebre Artemide detta di Versailles, sculture delle quali a Carrara si conservano ancora oggi i calchi nella gipsoteca accademica» (Torresi 2003). Lo scultore carrarese fece riferimento sicuramente anche alle forme essenziali delle opere dei maestri del Purismo, quali Tenerani e il già citato Bienaimè, collaboratore del Thorvaldsen. Giuseppe Livi, dopo l’esecuzione della Primavera si trasferì a Firenze e poco dopo in Argentina a Buenos Aires; l’ultimo periodo della sua vita lo trascorse in Uruguay a Montevideo.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.149