Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Nel 1906 Teodoro Mayer, direttore e fondatore del giornale di Trieste «Il Piccolo», chiamò lo scultore torinese per eseguire numerosi esemplari di una statuetta in bronzo. Questa sarebbe stata regalata, in occasione del venticinquesimo anniversario del giornale, a una cerchia ristretta di amici, politici e sostenitori del Partito Nazionale. Come rivelano i documenti del tempo la sera del 29 dicembre 1906 un esemplare fu donato da Teodoro Mayer ad Attilio Hortis, a conclusione del discorso da lui fatto in commemorazione dell’anniversario del giornale. «La statuetta raffigura un giovane ignudo, il “Piccolo”, con alle spalle una donna che si inchina a sussurragli qualcosa nell’orecchio» (Berresford 1984). Facilmente comprensibile il significato irredentista con la donna che rappresenta l’Italia, il suo drappo il tricolore, il suggerimento sussurrato all’orecchio del giovane un incitamento a riconquistare le terre irredente. Dal punto di vista formale la composizione con la figura femminile che s’innalza sopra le altre è una soluzione che l’artista adotterà anche per altri lavori, specie di piccole dimensioni e specie come monumenti ai caduti. L’opera è entra a far parte della collezione del Museo Revoltella nel febbraio del 1931 attraverso il legato Hortis. Nella copia del testamento della signorina Bice Hortis, sorella di Attilio Hortis, sono riportati sul frontespizio i titoli di due opere pervenute al Museo in data 17 febbraio 1931; si tratta dell’opera in questione e dell’acquaforte dell’artista triestino Carlo Wostry, intitolata Trieste volle inciso a memoria del giorno che sul sepolcro di Dante Firenze accese lampada eterna.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.76