Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Nel verbale del Curatorio dell’11 febbraio 1935 si fa cenno all’acquisto di quest’opera su proposta dello stesso autore. Il lavoratore si aggiungeva così, per la somma di 3.000 Lire, ad altre due opere di Güttner conservate al Museo Revoltella ("Ritratto del barone Rosario Currò" e "Mio figlio Bruno" ritratto su medaglia bronzea). Vittorio Güttner, che fin dal 1896 si era stabilmente trasferito nella capitale bavarese, si era inizialmente formato presso lo studio del pittore Giuseppe Savorgnani (1881) per poi preferire la scultura, seguendo le lezioni di Francesco Pezzicar (1883), da cui derivò senz’altro la propensione all’interpretazione veristica dei soggetti scolpiti, in linea con la tendenza naturalistica ottocentesca, che caratterizzava l’opera del più anziano maestro triestino. Pressoché coetaneo degli amici artisti concittadini Carlo Wostry, Umberto Veruda e Isidoro Grünhut che, come lui, in quegli anni scelsero l’Accademia di Monaco di Baviera per proseguire la propria formazione, in un ambiente decisamente di più ampio ed aggiornato respiro artistico-culturale, Güttner riflette nel suo linguaggio, divergendo da Pezzicar, le istanze più innovative della ricerca artistica, sviluppatasi tra gli ultimi due decenni dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo. Nella potente e vigorosa figura dello svangatore, pur di ridotte dimensioni, lo scultore triestino aderisce al filone artistico consacrato al lavoro che, a partire dalla produzione dello scultore belga Costantin Meunier, celebratore del lavoro in diverse forme artistiche fin dagli ultimi decenni dell’Ottocento, divenne soggetto ampiamente e variamente trattato in arte, soprattutto in seguito alla mostra personale dell’artista belga alla Biennale veneziana del 1897. Peraltro, negli stessi anni in cui Güttner probabilmente plasma il suo lavoratore, il brazzanese Alfonso Canciani realizza i "Fonditori" (1907), due raffinati bronzetti anch’essi appartenenti al Museo Revoltella che, a differenza del lavoratore di Güttner dalla superficie vibratile, visibilmente dinamico e concentrato nel suo impeto lavorativo, sono raffigurati in posizione di riposo, autorevoli e dignitosi come divinità moderne, nella superficie levigata della loro agile fisionomia.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.141