Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Le opere scultoree di Giovanni Marin conservate al Museo Revoltella, per la loro varietà tipologica, documentano bene la versatilità artistica di questo scultore, «spirito largo, di buona serenità e di grande giocondità in ogni sua concezione», come lo descrivono le parole di Salvatore Sibilia, che cita Marin tra le fila della «non numerosa schiera» dei pur validissimi scultori triestini (Attilio Selva, Giovanni Mayer, Ruggero Rovan, Tojo Covacich, Arturo Levi, Achille Tamburlini, Romeo Rathmann e Vittorio Güttner), confrontata con quella al contrario «folta» dei pittori locali. Oltre al ritratto in marmo dello zio scultore Luigi Conti (1900 circa, inv. 4337), raffigurato seduto in una posa di eccezionale naturalezza e verosimiglianza, per molti aspetti simile alla scultura "Caprin Giuseppe seduto" dei Civici Musei di Storia ed Arte (1904, due copie in marmo e in gesso), fanno parte di questa raccolta anche un piccolo gruppo equestre in bronzo d’impostazione originale e moderna, donato dal conte Francesco Sordina ("In vedetta", inv. 2785), una copia della medaglia in bronzo dedicata al centenario della Società di Minerva, pervenuta con il legato Bontempelli (1916) ed una fruttiera in bronzo appartenuta alla famiglia Conti Marin giunta nel 1970, assieme al sopra citato ritratto dello zio Conti dalla famiglia Marin. Il marmo in esame è invece un acquisto del Museo Revoltella, annotato nel verbale della seduta del Curatorio del 5 dicembre 1935, con il titolo di "Fanciulla", mentre come "Giovinetta" risulta il modello in gesso appartenente ai Civici Musei di Storia ed Arte, là pervenuto nel 1962, quale dono di Nives Tesser Missaglia. L’opera del Museo Revoltella partecipò nel 1910 alla Prima Esposizione Provinciale Istriana con il titolo di "Busto di bambina". Di fattura estremamente delicata e sensibilmente vicina al raffinatissimo linguaggio bistolfiano, la scultura sembra rispecchiare del tutto il commento alle opere di Marin, pubblicato sulle pagine de «Il Piccolo» a fine secolo: «Una vibrata scioltezza nella tecnica e una grazia severa nella modellazione danno ai suoi lavori un’aria di robustezza e insieme di carattere intellettuale» («Il Piccolo», 13 ottobre 1898).
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.166