In vedetta

Marin, Giovanni

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Oggetto
scultura
Inventario
REV002785
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
donazione; Sordina, Francesco, conte; 1941
Cronologia
1906
Dimensioni
cm; altezza 53; larghezza 45; profondità 20
Materia e tecnica
bronzo

Nel proprio testamento del 1 giugno 1929 il conte Francesco Sordina (Corfù 1863 - Trieste 1934) destinò al fratello Giovanni Battista, assieme a tre opere di Arturo Rietti, il presente «gruppo equestre di Giovanni Marin», con la clausola che alla morte del congiunto fosse donato al Museo Revoltella (CMR, Arch. Amm., 8.1934.3580/3 e 9.1941.3976). Il gruppo fu commissionato a Marin dalla Società di scherma di Trieste per ringraziare Francesco Sordina, presidente del sodalizio, per l’esemplare organizzazione del Torneo schermistico internazionale di Trieste del 18-24 maggio 1906, di cui Marin era membro del Comitato esecutivo. In tale contesto Marin realizzò, sempre nel 1906, anche una medaglia in onore di Sordina, che fu consegnata il 22 agosto 1907 a ricordo del torneo schermistico (Salvador 2003). Il gruppo, che in un momento successivo fu intitolato "In vedetta", raffigura un «cavaliere triestino del Trecento, a cavallo d’una tozza cavalcatura friulana» (Cesari 1931), che scruta in lontananza l’arrivo del nemico, vestito di una semplice cotta di maglia, elmo, spada e scudo con l’alabarda triestina, simbolo dello spirito irredentista che animava la Società di scherma. Estremamente vibrante è la resa del manto del possente cavallo da tiro, dagli zoccoli ricoperti da ciuffi di pelo. L’opera può essere inscritta nella produzione animalista di Marin, che prende impulso dall’opera di Emmanuel Frémiet (Parigi 1824-1910), conosciuto durante il soggiorno a Parigi tra il 1900 e il 1901 (Salvador 2003). Il recensore anonimo del «Piccolo», che vide il bronzo alla Permanente del Circolo artistico di Trieste del giugno 1906, così lo descrive: «Il gruppo ha nell’insieme una straordinaria solidità: il cavaliere è gettato tutto d’un pezzo, come sbalzasse dal sentimento dell’artista, nella nervosità della sua mossa vivace, che ne allunga la figura, da tergo, in una linea nobile e risoluta, la quale chiude il saldo e serrato contorno di questa scultura vigorosa. Il cavallo docilmente immobile, sotto il suo signore, è una bestia tozza e certo un po’ nana, comunque si conceda al Marin di aver concepito un rude animale non passato per mani di allevatori moderni. La robustezza della muscolatura è modellata, nel cavallo, senza forse una precisa analisi anatomica con una tecnica rapida ed energica, che ottiene appieno il suo effetto: l’insieme di cavallo e cavaliere è una visione incisiva marziale».

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.167

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p.167
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