Figura sola

Negri, Mario

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Oggetto
scultura
Inventario
REV003648
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
acquisto; XXIX Biennale di Venezia; 1958
Cronologia
1957
Dimensioni
cm; altezza 38; larghezza 11; profondità 14
Materia e tecnica
bronzo

Questo piccolo bronzo fu acquistato dal Museo Revoltella alla Biennale di Venezia del 1958 dove Negri, sull’onda del successo ottenuto l’anno precedente con l’esordio espositivo alla Galleria del Milione di Milano, era stato invitato con una sala personale. Vi aveva esposto ventisette lavori del triennio 1955-58 ed era stato presentato in catalogo dal critico Luigi Carluccio. Quest’ultimo, che aveva condiviso con Negri la tragica esperienza del campo di concentramento, aveva sottolineato come molti dei suoi lavori degli anni Cinquanta fossero stati pensati proprio durante la prigionia, quando l’artista «compilava lunghi elenchi di sculture da fare, contentandosi delle parole per fingersele nei minuti particolari, già legate ciascuna alla sua materia giusta: il legno o la cera, il marmo o il bronzo». Negri si avvicinò alla scultura nel 1947, dopo aver studiato per alcuni anni architettura. Vi si dedicò con continuità e impegno crescente a partire dal 1954. Negli anni Cinquanta realizzò bronzi di piccole dimensioni raffiguranti quasi sempre figure femminili, come nell’opera in esame. Quest’ultima riscontrò grande successo alla Biennale di Venezia, tanto che, per far fronte alle diverse richieste pervenutegli, lo scultore pensò di eseguire più copie della stessa. Venuto a conoscenza di ciò, il Curatorio del Museo Revoltella decise di ritirare l’offerta d’acquisto, desiderando possedere – come si evince dal verbale della seduta del 22 gennaio 1959 – un «unicum e non un soggetto ripetuto in copie». Tuttavia, dopo aver ricevuto una lettera dell’artista che riferiva l’esistenza di due soli esemplari, il museo riconfermò l’acquisto. "Figura sola" è un’opera particolarmente rappresentativa dello stile di Negri, che aveva affermato di non voler rappresentare la vitalità del movimento e dell’azione fisica, ma «una chiusa energia, una intensa vita per se stessa...». Studiando il rapporto tra forma, linea di contorno e spazio circostante, l’autore ha ottenuto una composizione architettonica nelle quale è riuscito a far convivere leggerezza e monumentalità, giocando sul rapporto tra la figura e la base su cui poggia. Per quest’ultimo aspetto è stato spesso rilevato il legame con la plastica di Giacometti, anche se le immagini di Negri sono esili ma non filiformi e il loro isolamento nello spazio, come ha evidenziato Carluccio, «è segno di distinzione anziché di sperduta misantropia».

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.207

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p.207
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