Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L’opera fa parte di una prima fase di attività dell’artista ed è tra quelle presentate alla Biennale di Venezia del 1956. A questa rassegna Negrisin espone anche "Torso in legno" e "Amor Sacro" in bronzo e vi rappresenta la città di Trieste, assieme a due artisti locali in quel momento già affermati, lo scultore Marcello Mascherini e il pittore Nino Perizi. La scultura entra a far parte del patrimonio del Museo Revoltella quattro anni più tardi (CMR, Verb. Cur., 15 giugno 1960). Il "Gallo", ben modellato nella massa, costituisce una «prova esemplare» della lavorazione del legno, materia con cui i giovani artisti raramente si cimentano e risulta «tra le opere più autentiche» dell’artista nell’opinione di Carlo Walcher, che recensisce, sulle pagine della rivista «La Porta Orientale», la personale triestina di Negrisin del 1956. L’artista, nel suo percorso, tratta una molteplicità di temi, collegati a un gran numero di interessi, e la scelta dei oggetti spazia dall’ambito religioso al profano, da lavori d’arte sacra – come i crocefissi umanizzati e le figure mistiche – ai nudi e a lavori come "Donna con gatto". Una varietà riscontrata anche dal punto di vista della tecnica: Negrisin lavora oltre al legno anche il bronzo e il gesso (per piccole maschere); realizza anche una serie di studi su carta e dipinti ad olio su tela. Una questione sempre affrontata dalla critica, soprattutto negli anni tra il 1956 e il 1959, è quella del rapporto fra l’opera di Negrisin e quella del suo maestro, Marcello Mascherini. Nella fase giovanile Negrisin sembra molto vicino alla lezione mascheriniana e, soprattutto in alcune opere, l’analogia pare più evidente, come nel "Gallo" del Revoltella, un tema che Mascherini tratta nel corso degli anni Cinquanta (in particolare, per l’impostazione verticale, sembra vicino al "Gallo" in bronzo del 1954). Di segno opposto è Enzo Santese, che osserva invece come sia «doveroso rimarcare alcuni snodi specifici che parlano di un’osmosi intellettuale e artistica tra uno e l’altro autore, non quindi di un rapporto univoco».
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.208