Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Dopo un apprendistato presso la bottega dello scultore decoratore Giuseppe Varidovich, Romeo Rathmann si formò, come quasi tutti gli artisti della sua generazione, alla Staatsgewerbeschule (Scuola Statale Industriale), che egli frequentò dal 1895 al 1896. L’elegante figura femminile in gesso verde, graziosamente adagiata sull’onda stilizzata, testimonia l’adesione di Rathmann allo stile liberty, che egli apprezzava particolarmente: «D’altronde, lo stile moderno che da un paio d’anni andava prendendo grande importanza nei maggiori centri artistici d’Europa ed era denominato: stile Floreale dall’italiani, Secession dai francesi, Liberty dall’inglesi, venvia sempre più usato anche a Trieste, dai giovani architetti. Io avendo seguito con molto interesse lo sviluppo e l’interpretazione che veniva dato nei vari paesi, aveo compreso che offriva un vastissimo campo di nuove creazioni, perciò lo prediligevo ad ogni altro stile» (CMR, Arch. Art., cartella Rathmann). Ai primi di maggio del 1900, il giovane scultore, che continuva a lavorare presso il Varidovich, portò i suoi lavori al Museo Revoltella, dove venivano esposte le opere dei partecipanti al concorso Rittmeyer, grazie al quale egli ottenne la borsa di studio biennale all’Accademia di Roma, dove ebbe l’opportunità poi di risiedere anche per un terzo anno. Nella capitale Rathmann frequentò lo studio dello scultore Giulio Monteverde e potè conoscere i monumenti antichi, ma anche fare esperienza presso i grandi cantieri allora in costruzione, come il Monumento a Vittorio Emanuele o il Palazzo di Giustizia. Vista la grave crisi locale di commissioni, nel 1909 lo scultore triestino partì per Londra, dove collaborò per moltissimi anni con lo stabilimento di scultura decorativa J. Whitehead & Son contribuendo alla decorazione di numerosi edifici della metropoli inglese. Al Museo Revoltella si conservano numerosi quaderni di schizzi e bozzetti, nei quali l’artista dalla «grazia liberty» era solito tracciare a matita delle figure sinuose ma dal plasticismo ben strutturato, possibili prove per la realizzazione di sculture decorative di grandiosi edifici.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.224