Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Il bronzo, realizzato nel 1966, è entrato a far parte della collezione del Museo Revoltella nel 1968, tramite l’acquisto diretto dall’artista. L’opera è conosciuta anche con il titolo di "Motivo glorioso" e appartiene al gruppo dei «motivi trasformati», fantastici personaggi totemici eseguiti tra il 1962 e il 1968 con la fusione in bronzo di materiali di imballaggio, come contenitori per le uova in plastica o in cartone pressato. Alla medesima serie appartengono anche le opere intitolate "Maschera tragica" (1963) e "La sposa" (1964), oggi conservate in collezioni private romane. Sin dalla seconda metà degli anni Cinquanta, la produzione di Mirko aveva rivelato suggestioni magiche e favolistiche, legate ai culti animistici e ai miti orientali. Le sue figure avevano infatti assunto un aspetto spesso demoniaco ed eroico e i loro volti erano diventati «emblematici dell’inquietudine profonda dell’uomo contemporaneo nella sua crisi storica», come ha evidenziato Enrico Crispolti. L’opera in esame, così come l’altro lavoro di Mirko del Museo Revoltella intitolato Il gran sacerdote rosso, nasce dall’incontro del pensiero mitico dello scultore con gli studi di uno dei più grandi studiosi di etnografia, Lévi-Strauss. Da quest’ultimo, come ha spiegato Tito Maniacco nella sua monografia su Mirko, l’artista riprende l’idea del bricoleur, ossia di colui che costruisce oggetti, come totem e maschere, con i materiali casualmente trovati nella società in cui vive. Nelle strutture realizzate per mezzo della fusione di contenitori di uova, le superfici concavo-convesse appaiono mosse e fortemente chiaroscurate, tanto da richiamare la tensione delle forme barocche. Con ironia e un fantasioso istinto creativo, Mirko ha trasformato «l’ossessiva ripetitività industriale degli imballaggi [...] in incredibili variazioni spaziali e tonali», citando contestualmente le coeve esperienze americane del New Dada e la satira del consumismo di Louise Nevelson.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.202