Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Data la sua formazione nell’orbita degli insegnamenti di Ivan Meštrović, Dequel rivolge il suo interesse all’arte del mondo antico egizio ed etrusco, alle forme arcaizzanti e in particolare alla civiltà precolombiana, di cui può approfondire la conoscenza nei viaggi compiuti in Messico. Nell’opera in esame si rileva la caratteristica di Dequel di alternare pieni e vuoti, concavità e rientranze. Le due figure, legate assieme, sono ricavate da un unico blocco di granito che lo scultore “scava”, procedendo per sottrazione di materia. L’artista stesso spiega che vuole «scoprire in una pietra quello che c’è dentro. Può darsi che, in un qualsiasi momento della giornata, abbia tracciato qualcosa su un pezzo di carta, ma, quando sono a tu per tu con il sasso, so che è tutto là e voglio scavare, portare alla luce, al più presto, rapidamente». Anche la scelta della materia usata è giustificata da Dequel, che ricorda: «l’amore per la pietra, questa passione di sbucciarla per liberare quello che ha dentro, me lo deve aver dato il Carso, e la mia origine contadina m’ha portato forse a preferire la pietra umile – il peperino, il granito, il travertino – ai marmi, alle pietre nobili». La superficie derivata dalla lavorazione della pietra ha un aspetto abbozzato, è porosa, assorbe la luce e conferisce una certa fisicità alle sculture. Durante il suo percorso artistico Dequel ha sperimentato anche tecniche diverse, dalla terracotta, al bronzo, al marmo. L’opera Figure arcaiche è stata acquistata dal Museo Revoltella direttamente dall’artista il 18 maggio 1972, scelta fra quelle esposte alla Galleria d’arte triestina “La Lanterna”. L’artista è rappresentato nella collezione fin dal 1960 con la scultura Nuotatrici.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.117