Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L’opera, che è stata acquistata direttamente dall’autore nel 1976, appartiene alla serie dei “Baroki”, realizzati da Bruno Chersicla nei primi anni Settanta. Si tratta di sculture scomponibili in legno, che nel loro nome evocano l’arte barocca e che possono essere continuamente modificate nella loro forma con un semplice intervento del visitatore. Nel 1974, in occasione di una mostra alla Galleria Stefanoni di Lecco, Gillo Dorfles scrisse che «la loro particolarità, infatti, risiede soprattutto nella loro scomponibilità e nella possibilità di ottenere, attraverso i molteplici incastri, sempre nuove e inattese formazioni plastiche: ora quasi zoomorfe, ora simili a complicati e assurdi meccanismi, ora a primitivi e “barocchi” totem. La programmazione di queste successive metamorfosi è solo parzialmente prevista, ed è lasciata di solito in buona parte all’intervento dello spettatore» (Parmiggiani 1997). Definiti dallo scrittore Fulvio Tomizza dei «giocattoli per adulti», i baroki testimoniano la creatività incredibilmente fantasiosa di Chersicla, che ricorre ad una straordinaria contaminazione formale per creare delle forme surreali e a volte futuristiche dall’eleganza barocca. Dalla metà degli anni Settanta l’artista triestino partecipa con successo a numerose esposizioni sia in Italia che all’estero, continuando a sorprendere con le sue sculture lignee policrome, che si animano imprevedibilmente. In seguito Chersicla, mantenendo la cifra stilistica dei baroki, si dedicherà al ritratto di artisti e intellettuali rappresentativi della sua identità storica e culturale (tra cui ricordiamo Svevo, Saba, Joyce).
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.109