Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Attento al concetto di mutevolezza e instabilità delle cose, per un periodo della sua attività artistica Carlo Bach si è dedicato alla realizzazione di opere che sono state soprattutto frutto di intuizione a cui ha sempre fatto seguito un momento razionale, fase obbligatoria per l’esecuzione rigorosa del lavoro. Raramente intitolati, spesso i lavori sono nati dal riutilizzo di oggetti semplici e abbandonati che, dopo la manipolazione, hanno acquistato un nuovo significato. In altri casi, ad esempio in Castelli di sabbia, sono stati preferiti materiali semplici, come sabbia, vetro o ferro, che hanno permesso all’artista di riflettere soprattutto sulle sensazioni che questi suscitano. Inoltre, gli studi scientifici compiuti dall’artista e la conoscenza delle leggi chimico-fisiche gli hanno permesso un rapporto più diretto e intenso con i materiali utilizzati, non a caso lasciati sempre allo stato naturale senza l’uso di colore. Nel caso dell’installazione in questione si tratta degli stessi manufatti realizzati dai bambini sulla spiaggia e che l’autore ha riproposto usando la sabbia e non la creta, materiale generalmente usato per la scultura. In questo modo l’artista ha cercato di suscitare nell’osservatore le sensazioni piacevoli e creative del periodo infantile. La struttura della fragile costruzione dalle linee morbide contrasta con la teca nella quale è conservata, una struttura “protettiva” in ferro e cristallo che la rende perenne.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.55