Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L'opera è entrata a far parte della collezione del Museo Revoltella grazie al generoso lascito di Nelly Bois de Chesne, collezionista triestina di origine svizzera scomparsa nel 2002. Il dipinto non reca la data di esecuzione, ma l'analisi del soggetto e dello stile permettono di inserirlo tra quelli eseguiti dall'artista lombardo dopo il 1860, quando iniziò a raccontare con tono ora patetico, ora umoristico, le conseguenze dei fatti storici sulla quotidianità della gente comune. Conclusi gli studi all'Accademia di Brera, Gerolamo Induno divenne uno dei più noti artisti combattenti italiani: partecipò alle Cinque Giornate di Milano, alla difesa del Vascello a Roma, alla campagna di Crimea e alla seconda guerra di indipendenza. Durante queste esperienze riprese in numerosi schizzi la vita militare, ma anche gli aspetti sentimentali dei personaggi rappresentati. Tra i vari soggetti rappresentò più volte il ricongiungimento del soldato con i propri cari, come nel dipinto in esame. Tra le opere di Gerolamo Induno di proprietà del Museo Revoltella, le affettuose cure familiari riservate al reduce sono descritte anche nella piccola tela del "Garibaldino ferito", mentre nei due oli intitolati "Garibaldi ferito ad Aspromonte" e "La presa della Torre di Malakoff" prevale la fedele registrazione delle vicende belliche e l'intonazione storica dell'epopea risorgimentale.
Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 90-91